Via Sant'Ambrogio una via alla ricerca della sua identità

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Un tempo via del Duomo, o del Teatro, oggi via Sant'Ambrogio che porta lo stesso nome del duomo consacrato dopo i disastri della prima guerra mondiale nell'ottobre del 1929, pur senza il campanile che dovette attendere la fine degli anni '50 per essere battezzato. Una via che nel corso della sua storia è sempre stata da transito di merce e persone e che è diventata negli ultimi tempi il teatro dello scontro identitario di una Monfalcone alla ricerca del proprio equilibrio sociale. Perchè è evidente che a Monfalcone, terra di passaggio, da quando è diventata grazie ai Cosulich città dei cantieri, per questo contesa dal regno d'Italia all'Austria, per privarla dei suoi cantieri insieme al porto triestino, ha conosciuto quelle dinamiche proprie delle città portuali. Gente che viene, gente che va. Approdo e partenza di nuove identità. Dal Sud Italia, all'Asia, passando da quel centinaio di nazionalità che a Monfalcone stanno cercando il proprio equilibrio, ognuna ne

Hasta “logo” València






In Spagna di norma il corrispondente del nostro arrivederci è Hasta luego ma a València è Hasta logo.
Una città dove regna una fortissima autonomia culturale, linguistica e storica, per esempio si parlerà non della Comunità Valenciana ma del Paese valenzano.
E ciò lo noterai anche dalla enorme diffusione, per tutto il territorio cittadino, dal centro alla periferia, delle bandiere spagnole accompagnate da quelle della Comunitat Valenciana.

Vento e profumo di agrumi siciliani, colori dell'Arabia e rumori della modernità d'oltreoceano mutano València in una città in perenne movimento.

Tradizione, come Las Fallas, e protesta sociale, come il movimento 23F, murales e palazzi dallo splendore fermo e costante, sapori ed odori di mediterraneo, modernità senza gradualità.

La Città delle arti e delle scienze, conosciuta anche come la Città di Calatrava, visto che è un progetto del noto architetto spagnolo Santiago Calatrava, nato nel 1951 proprio a Valencia, è una sorta di plastico immenso, che copre una superficie 350.00 m2 , un plastico dove metallo, cristalli, cemento e acqua e cipressi stilizzati, conferiranno all'individuo il senso della suo essere minimale, all'interno dell'immensità dell'universo geometrico che lo avvolge.

Un letto del fiume Turia letteralmente spostato, una violenza senza gradualità alcuna, che il bianco dominante non riuscirà a conciliare con la tradizione regnante nella València chiusa nella sua identità ma aperta verso la solidarietà e l'umanità.
L'Inglese, lingua imperialista, sarà poco diffusa, troverai invece, segnaletica ed indicazioni in castigliano o valenziano.

 Ma è una città che, per quanto ricca, per esempio marciapiedi piastrellati ovunque, tutti i semafori sono a led, mezzi di trasporto pubblico moderni, pulizia costante delle strade, vetrine colorate, negozi e ristoranti di ogni tipo ivi inclusi quelli tipici di caramelle,alberghi lussuosi, un mega campus universitario e perfino lo zoo più moderno d'Europa, d'altronde esiste anche il circuito di formula uno e la formula uno è presente lì ove regna anche il danaro, vedrai una marea indomabile di case, negozi ed attività in affitto più che in vendita.


Varie, non molte per la verità, vetrine delle banche colpite dagli adesivi anticapitalisti, e murales anche di protesta.

Ti chiederai se le organizzazioni mafiose italiane ricicleranno il loro danaro negli immobili in affitto od in vendita in Spagna, ma comprenderai anche che, nonostante tutto, la crisi esistente, destinata a durare anni nella sua fase di transizione al nuovo capitalismo che verrà, salvo rivoluzioni sociali di portata epocale che comporteranno nel migliore ideale la fine di ogni capitale umano, sociale e naturale, il popolo resiste.

Qualche edificio sventrato e palazzi oltre la modernità,

integrazione sociale ed alta borghesia, tutto nell'involucro che è València, ed attraversando i mercati tradizionali 

nonché i mercatini del baratto, osservando le tante e diffuse cabine telefoniche colorate,

 osservando il passo spedito delle scolaresche con le divise ed il passo lento della gente semplice, assaporerai quel pizzico di sale di quella Spagna un tempo dominante oggi dominata dal capitalismo più spietato che prosciuga ogni fonte di diritto sociale,

 che cerca di armonizzare la sua identità conservatrice con quella oltre-modernità che ha aggredito il popolo da Barcellona a Madrid da Malaga a Almería da Bilbao a Vigo da Zaragoza a Parigi, da Trieste a Budapest insomma Hasta logo València, magari nel tempo della ribellione inevitabile che verrà.




Marco Barone
xcolpevolex

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