Sono
circa 3 milioni gli italiani che si sono dichiarati omo- o bisessuali
secondo l’indagine Istat La
popolazione omosessuale nella società italiana (2012).
Però è anche vero che in assenza di un registro nazionale per le
unioni civili, non è disponibile un dato ufficiale sulle coppie
omosessuali stabilmente conviventi eppure in Italia i bambini con
genitori omosessuali si calcola che siano circa 100.000. Secondo i
dati di una ricerca del 2005 condotta da Arcigay con il patrocinio
dell’Istituto Superiore di Sanità, il 17,7% dei gay e il 20,5%
delle lesbiche con più di 40 anni ha almeno un figlio.
Come
è noto, forse, il nostro Paese ha aderito,tramite il Dipartimento per le
Pari Opportunità e l’UNAR, al Programma del Consiglio d’Europa,
nel cui ambito è stata adottata la Strategia
nazionale LGBT 2013–2015. Questa
ha lo scopo di combattere
le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e
sull’identità di genere, per l’attuazione e l’implementazione
della Raccomandazione del Comitato dei Ministri CM/REC (2010)5., al
quale l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni (UNAR) ha aderito, è
stata elaborata la Strategia Nazionale per la prevenzione ed il
contrasto delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e
sull’identità di genere, predisposta e coordinata dall’UNAR, in
collaborazione con le diverse realtà istituzionali, le Associazioni
LGBT e le parti sociali.
In
relazione all’ambito “Educazione e Istruzione”, la Strategia
nazionale ha individuato specifici obiettivi operativi e le misure
concretamente attuabili.
Quelli più
importanti sono:
a.
ampliare le conoscenze e le competenze di tutti gli attori della
comunità scolastica sulle tematiche LGBT;
b.
prevenire e contrastare il fenomeno dell’intolleranza e della
violenza legate all’orientamento sessuale o all’identità di
genere;
c.
garantire un ambiente scolastico sicuro e friendly, al riparo dalla
violenza, dalle angherie, dall’esclusione sociale o da altre forme
di trattamenti discriminatori e degradanti legati all’orientamento
sessuale o all’identità di genere;
d.
conoscere le dimensioni e le ricadute del bullismo nelle scuole, a
livello nazionale e territoriale, con particolare riferimento al
carattere omofobico e transfobico, mediante una rilevazione e
raccolta sistematica dei dati;
e.
favorire l’empowerment delle persone LGBT nelle scuole, sia tra gli
insegnanti che tra gli alunni;
f.
contrastare e prevenire l'isolamento, il disagio sociale,
l'insuccesso e la dispersione scolastica dei giovani LGBT;
g.
contribuire alla conoscenza delle nuove realtà familiari, superare
il pregiudizio legato all’orientamento affettivo dei genitori per
evitare discriminazioni nei confronti dei figli di genitori
omosessuali.
Ma
si propone anche la realizzazione di percorsi innovativi di
formazione e di aggiornamento per dirigenti, docenti e alunni
sulle materie antidiscriminatorie, con un particolare focus sul tema
LGBT e sui temi del bullismo omofobico e transfobico, nonché sul
cyber-bullismo, prevedendo il riconoscimento di crediti formativi. In
particolare la formazione dovrà riguardare : lo sviluppo
dell’identità sessuale nell’adolescente; l’educazione
affettivo-sessuale; la conoscenza delle nuove realtà 18 familiari;
la prevenzione e la gestione degli episodi di bullismo motivati
dall’orientamento sessuale; la condivisione in classe di fenomeni
legati al bullismo, il suo significato e possibili conseguenze;
modalità di intervento nei casi in cui lo studente abbia subito
episodi di violenza; modalità di intervento fra pari nei confronti
dello studente autore di violenza sia fisica che verbale, tramite un
duplice approccio educativo e disciplinare.
Un
ruolo centrale dovrà essere svolto dalla formazione che
dovrà essere rivolta non solo al corpo docente e agli studenti (con
riconoscimento per entrambi di crediti formativi) ma anche a tutto
il personale non docente della scuola (personale amministrativo,
bidelli, etc). Stando
a quanto emerge dalla lettura della Strategia nazionale la
formazione dovrà prevedere corsi di aggiornamento costanti e
rientrare nel Piano nazionale di aggiornamento in attuazione degli
stessi principi contenuti nel Protocollo di intesta tra il Ministro
del lavoro e delle politiche sociali con delega alle pari opportunità
e il Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca, siglato il
30 gennaio 2013, avvio di accordi di collaborazione in materia di
formazione a livello locale, tra Uffici Scolastici Regionali e
Provinciali, Enti Locali, associazioni LGBT, associazioni di
categoria e
studentesche.
Gli
argomenti da affrontare e gli obiettivi da conseguire sono diversi e
tutti importanti, come la valorizzazione dell’expertise delle
associazioni LGBT in merito alla formazione e sensibilizzazione dei
docenti, degli studenti e delle famiglie, per potersi avvalere delle
loro conoscenze e per rafforzare il legame con le reti locali; l'
integrazione delle materie antidiscriminatorie nei curricula
scolastici (ad es. nei percorsi di Cittadinanza e Costituzione) con
un particolare focus sui temi LGBT; la predisposizione della
modulistica scolastica amministrativa e didattica in chiave di
inclusione sociale, rispettosa delle nuove realtà familiari,
costituite anche da genitori omosessuali ; il coinvolgimento degli
Uffici scolastici regionali e provinciali sul diversity management
per i docenti; l'accreditamento delle associazioni LGBT, presso il
MIUR, in qualità di enti di formazione; l' arricchimento delle
offerte di formazione con la predisposizione di bibliografie sulle
tematiche LGBT e sulle nuove realtà familiari, di laboratori di
lettura e di un glossario dei termini LGBT che consenta un uso
appropriato del linguaggio.
Un
ruolo centrale è previsto anche per l'informazione oltre che per la sensibilizzazione.
Si
prevede per esempio la sistematizzazione e implementazione degli
interventi previsti ogni anno nella “Settimana contro la violenza
e discriminazione” in tutte le scuole di ogni ordine e grado del
territorio nazionale, a seguito del Protocollo d’Intesa tra il
Ministro del lavoro e delle politiche sociali con delega alle pari
opportunità e il Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca;
la divulgazione della conoscenza dei servizi offerti dagli
osservatori o sportelli di ascolto, di prossimità a livello
territoriale, per la prevenzione del bullismo, sulle dinamiche
discriminatorie, sulla gestione del coming out, per l’emergenza di
nuovi bisogni educativi collegati a situazioni di particolare
disagio da parte di studenti, familiari, insegnanti e personale
scolastico, valorizzando gli sportelli on-line che garantiscono un
aiuto costante e rispettoso della privacy; la promozione di una rete
tra agenzie formative diverse (scuole, associazioni, centri scout,
palestre, Asl, associazioni sportive, scuole calcio etc.); la
realizzazione di campagne di informazione nazionali e locali; l'
organizzazione di iniziative specifiche nei confronti del mondo
associativo giovanile; l'
organizzazione di iniziative specifiche di informazione e
aggiornamento rivolte al circuito delle cosiddette Università della
Terza Età, delle Università popolari e di altre esperienze di
formazione extrascolastica rivolte ad un pubblico adulto; la
realizzazione di interventi mirati di sensibilizzazione e di
mediazione in caso di specifici episodi nelle scuole che non si
limitino al rapporto vittima - aggressore ma si estendano a tutta la
comunità di pari.
Ed
infine si dovrebbe avviare anche il monitoraggio e l'analisi
quanti/qualitativa sugli atti di bullismo nelle scuole a sfondo
omofobico, transfobico e sessuofobo.
Bene,
la domanda è la seguente, quanto di tutto ciò è in itinere nelle
scuole italiane? Quanti
sono realmente a conoscenza dell'esistenza di questa importantissima
strategia? La
risposta è data dallo stato attuale delle cose, ovvero poche
pochissime attività sono state poste in essere in armonia con i
principi della strategia 2013/15 che ha
lo scopo di combattere
le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e
sull’identità di genere, perchè?
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