La
novità delle prove InValsi di questo anno scolastico( 2012/13) è
data in particolar modo dalla restituzione delle stesse alle singole
scuole. L'InValsi
ha realizzato una guida esplicativa sul punto.
Premesso
che per espressa ammissione dell'attuale commissario dell'InValsi
queste prove possono essere in sostanza utili per la competizione tra
le scuole, infatti, lo stesso afferma che
la
competizione e l’emulazione possono infatti essere utili, ma solo
se avvengono con modalità non distorsive (o peggio ancora
ingannevoli), si
rileva che
l'accesso
ai dati delle prove Invalsi è aperto per
ogni istituzione scolastica, al Dirigente, al Referente per la
Valutazione, al Presidente del Consiglio di Istituto e a tutti i
docenti. Dirigente Scolastico e Referente per la Valutazione hanno la
possibilità di visualizzare tutte le tavole e i grafici resi
disponibili.
Il
Presidente del Consiglio di Istituto, non comprendendosi poi in base
a quale potere e diritto, può analizzare i dati della scuola
restituiti con informazioni sul cheating e sullo stato
socio-economico del contesto familiare e i dati sul cheating delle
singole classi. Ogni Docente, come componente del Collegio dei
Docenti, può accedere ai dati della scuola nel suo complesso e, nel
caso faccia parte del relativo Consiglio di Classe, può avere a
disposizione i risultati conseguiti dalle singole classi.
Ma
vi è di più, l'InValsi,
fornisce
alle scuole che, nella persona del Dirigente Scolastico, ne fanno
richiesta,
una
cartella al cui interno sono presenti due file excel per ogni classe,
ognuno dei quali contiene dati e risultati dei singoli studenti.
Spiegazioni dettagliate sulla lettura e l’utilizzo di questi file
verranno fornite su richiesta delle scuole.
Verrebbe
da dire, alla faccia dell'anonimato delle prove.
Ma
in quale caso le prove non verranno restituite?
L'invalsi,
denunciando che ha
osservato come in alcuni casi, e secondo modi e forme differenti, gli
studenti forniscano risposte corrette, non in virtù delle loro
conoscenze, ma perché copiate da altri studenti o da libri e altre
fonti (student
cheating)
o, persino, suggerite più o meno esplicitamente dai docenti (teacher
cheating),
ebbene dichiara, nella citata guida che
“non restituisce i risultati di quella o di quelle classi in cui
più del 50% degli studenti (da questa percentuale sono esclusi gli
studenti disabili per i quali la prova non è per l'InValsi
obbligatoria, evviva la scuola dell'integrazione) non ha compilato il
fascicolo delle prove, ad es. perché assenti. I dati non saranno
restituiti anche nel caso di classi con un elevato indice di
propensione al cheating,
ossia per quelle classi in cui più del 50% del punteggio osservato è
da attribuire a comportamenti anomali. La scuola non riceverÃ
inoltre l’esito complessivo della rilevazione se più del 50% delle
classi si trova nelle situazioni descritte, ma riceverà solo i
risultati delle classi con comportamenti corretti”.
Bene,
quindi il modo di bloccare la sperimentazione dell'autovalutazione
correlata all'InValsi è suggerita dallo stesso InValsi.
Scioperare
nelle giornate delle prove, non presentarsi a scuola, copiare, ed
alterare la compilazione delle prove/quiz.
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