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Maggio 1948: il primo treno d'Italia a Monfalcone dopo la guerra

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Poche ore dopo l'insediamento del primo Presidente della Repubblica, a Trieste, giungeva il primo treno d'Italia, dopo la fine della seconda guerra mondiale. Treno che passava chiaramente anche dalla stazione di Monfalcone, come testimonia un breve fermo immagine tratto dal prezioso video dell'archivio dell'Istituto Luce. Il video interessa l'i naugurazione della linea ferroviaria Venezia-Trieste. Fu un fatto storico di estrema importanza, un piccolo segnale di ritorno alla normalità in un Paese ridotto in macerie a causa della seconda guerra mondiale. Le ferrovie sono sempre state importanti nel nostro territorio, soprattutto grazie agli investimenti originari effettuati dall'Impero asburgico. Nel 1854 venne infatti aperta la linea da Trieste a Vienna  attraverso il Semmering. Il progettista fu il veneziano Carlo Ghega, a cui a Trieste è dedicata una via in città, linea di 14 gallerie, una delle quali raggiungeva la lunghezza di  ben 1431 m, con 16 viadotti e

A Monfalcone una situazione senza precedenti nella storia repubblicana di questa città

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Anno 2024, Monfalcone. Città che va in controtendenza rispetto al resto del FVG dove vi è un calo demografico devastante, con tutti i riflessi che vi saranno, dalla chiusura di servizi pubblici, alla perdita di posti di lavoro, ad avere città desertificate. D'altronde di assaggi ve ne sono, basta farsi un salto a Gorizia per vedere cosa significa desertificazione. Monfalcone, invece, va verso tutt'altra direzione per i motivi che oramai anche le pietre conoscono. Grazie alle politiche sul lavoro di Fincantieri, Monfalcone ha praticamente dieci mila cittadini di nazionalità straniera. A Monfalcone servirebbero investimenti eccezionali, sostenuti dalle Istituzioni, a sostegno dell'istruzione, a sostegno dei corsi per l'italiano, per la cittadinanza attiva, che non possono continuare ad essere sulle spalle prevalentemente di poche associazioni e dunque sul volontariato. Però va detto che Monfalcone, in relazione a visioni politiche diametralmente opposte ed ideologie incom

Si prenda posizione contro il rischio della terza guerra mondiale

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Se ne parla da anni, ed a furia di parlarne, incombe l’abitudine, come se fosse una cosa inevitabile, destinata ad avverarsi, con noi, comuni mortali e cittadini, impotenti e nelle mani di politici e politicanti, di qualsiasi colore politico, che giostrano con le parole, con una dialettica feroce, da crociate medioevali, ma con armi distruttive, come se fosse un maledetto gioco. Il Papa da tempo parla di terza guerra mondiale a pezzi. Questi pezzi si stanno ora ricomponendo, il puzzle si sta compiendo. Noi, italiani, siamo gli ultimi, vista la storia del nostro Paese, a poter dare lezioni etiche e morali, agli altri. Si è mitizzato Garibaldi all’inverosimile, assunto anche come icona dell’antifascismo, eppure, nel Sud Italia, le memorie non sono così condivise, perché delle camicie rosse garibaldini nella volgata del popolo si tramandano le scorribande e le aggressioni subite verso le terre e contadini. E lo stesso discorso vale salendo verso il nostro Territorio. Il Regno d’Italia pe

Non chiamatela piramide degli italiani, ma piramide dei legionari di Mussolini

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Anche le cose hanno un loro nome. I nomi servono a plasmare l'identità delle cose, dei luoghi, un nome è espressione di una storia e quando si ha a che fare soprattutto con la storia del '900, dove con la dialettica dell'ambiguità si può mascherare una realtà innegabile e che per ragioni di comodo non si vuol evidenziare, si rischia solo di fare della confuzione. Fatto notorio è che la Piramide fascista eretta in onore dei caduti mandati da Mussolini a sostenere l'altro dittatore, Franco, dopo un periodo di declino, non verrà demolita. Nulla da obiettare su ciò. Alcune espressioni monumentali è bene salvaguardarle, soprattutto per non dimenticare. Poi, però bisogna capire cosa si vuole ricordare e cosa non si deve dimenticare. La Piramide in questione è impropriamente nota come la Piramide degli italiani, sorta a Puerto del Escudo, nella provincia di Burgos, è dedicata ai camerati che persero la vita in quella feroce battaglia,  Questo il comunicato dell'Agosto 1937

L’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale di Trieste e Monfalcone: andare oltre i campanilismi

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L'incarico di colui che ha risollevato le sorti del porto di Trieste, Zeno D'Agostino, sarebbe giunto a termine il 15 dicembre 2024, e le sue dimissioni, avvenute per ragioni personali, hanno anticipato ciò che era in scadenza. La nomina dell'Autorità del sistema portuale è disciplinata dall'articolo 8 della 28 gennaio 1994, n. 84 come modificata ed integrata, e così afferma: Il Presidente è nominato dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, d'intesa con il Presidente o i Presidenti della regione interessata, ferma restando l'applicazione della disciplina generale di cui alla legge 24 gennaio 1978, n. 14. In caso di mancata intesa si applica la procedura di cui all'articolo 14-quater della legge 7 agosto 1990, n. 241 . Il Presidente è scelto fra cittadini dei Paesi membri dell'Unione europea aventi comprovata esperienza e qualificazione professionale nei settori dell'economia dei trasporti e portuale.   La norma è chiara. Dunque, è eviden

Sequestro Moro: la testimonianza di un poliziotto in servizio quel giorno

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    Se c'è una certezza sul caso Moro, e per caso si intende tutto ciò che è accaduto dal giorno del sequestro di via Fani, sino ad oggi, è che non è un caso chiuso. Semplicemente perchè le incognite, le fandonie, le cose non dette, le verità taciute, sono così tante, che si potrebbero scrivere non uno, ma cento manuali su come si possono depistare le indagini, per non far emergere quella verità profonda, che ancora oggi potrebbe compromettere dei rapporti diplomatici e politici anche a livello internazionale. Il famigerato memoriale Morucci trasmesso originariamente al Presidente Cossiga il 13 marzo 1990 da suor Teresilla per il tramite di Remigio Cavedon, è ancora oggi, con tutto ciò che ne è conseguito, considerato come un Vangelo, e ciò che lo mette in discussione, che pone dei dubbi, è reputato al pari di un Vangelo aprocrifo, non degno di verità storica, e liquidato come "complottista". Quanto accaduto intorno alle 9 di mattina di quel 16 marzo 1978, non

Quelle distruzioni di Monfalcone, causate da guerre volute dal Regno d'Italia

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  Quella di Monfalcone, nel 9 giugno del 1915, fu una presa straordinariamente importante per il Regno d'Italia, perchè sottrasse agli austriaci il cantiere navale, dove si stavano costruendo diverse navi, la più rilevante fu in quei giorni, sicuramente il piroscafo passeggeri Kaiserin Elisabeth, che non venne mai ultimato, doveva ospitare fino a 1500 passeggeri, danneggiato durante la prima guerra mondiale, utilizzato dai soldati italiani come riparo, per poi essere definitivamente distrutto alla fine della prima guerra mondiale. Monfalcone subì pesantissimi danni a causa di quella guerra voluta dal non rimpianto Regno d'Italia. Venne bombardata tre volte dagli italiani, con qualche migliaio di monfalconesi rimasti in città, con il lenzuolo bianco esposti dai palazzi a significare che lì vi erano solo dei civili, non truppe nemiche, austriache, che ripararono sul circostante Carso.    Tra i simboli di quella distruzione vi fu sicuramente il campanile della chiesa distrutta da