Il tempo si è letteralmente fermato alla stazione di Miramare di Trieste

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Un gioiellino liberty di epoca asburgica, che consente di arrivare al castello di Miramare, attraversando il polmone verde di Trieste, che affascina il viaggiatore, perchè il tempo si è fermato in via Beirut, a  Grignano come in nessun altro luogo a Trieste.  Un gioiellino che è ora chiuso, ora aperto, ma che necessita di essere valorizzato, riqualificato. Purtroppo già in passato preso di mira da azioni di vandali, ragione per cui venne eliminato il glicine che caratterizzava la pensilina esterna, preso di mira con vandalismi che hanno comportato spese per migliaia di euro da parte di RFI per effettuare interventi di restauro di natura  conservativa. Quella piccola stazione affascina e non ha eguali in Italia, ed è auspicabile che si possano trovare le risorse, gli intenti, la volontà, per farla ritornare ai fasti di un tempo. Purtroppo il tempo fa il suo corso e dei lavori di manutenzione sono necessari per ripristinare quel bene storico che viene invidiato da chiunque si soffermi a

La Bisiacaria conquistata dai giganti del cielo e del mare


I giganti hanno sempre fatto parte della storia dell'umanità a partire dalla mitologia, da Poseidone a Crono,senza dimenticare i temibili titani, e poi i ciclopi gli ecatonchiri, Cotto, Briareo e Gige. Per arrivare a quelli più noti da David che sfida Golia, un gigante di coraggio ed ideali che sfiderà un gigante fisico, ai giganti che caratterizzeranno la tradizione, ancora oggi, che esiste e resiste dalla Sicilia alla Calabria, non unite da Scilla e Cariddi, ma dallo spirito di Mata e Grifone, che ricordano le incursioni dei spagnole ,turche e dei saraceni ed avvicinano questi luoghi alla Catalogna dove il culto dei giganti è vivo più che mai in una terra fortemente identitaria. E poi i giganti della modernità, frutto dell'operosità dell'uomo, dell'ingegno e del sudore umano. Ed in una fetta di terra d'Italia, cuscinetto tra il Friuli e Trieste, tra i due fiumi, Timavo e Isonzo, che ha le proprie radici storiche in una pluri-cultura dalla latina alla slava, i giganti silenziosamente qui nascono o qui giungono, oziano per poi viaggiare come Gulliver del terzo millennio, per le acque od il cielo del nostro mondo. Così è stato per la Msc Seaside, lunghezza di 323 metri, 72 di altezza, 154mila tonnellate, 5mila 179 passeggeri, 1413 uomini di equipaggio. Il Poseidone d'Italia nato nel cantiere navale di Monfalcone. E così è stato per quell'Antonov An 124. Nato pochi anni prima della caduta del Muro di Berlino, sopravvissuto ai propri padri, all'Unione Sovietica, che ha conquistato il cielo bisiaco, atterrando nell'aeroporto di Ronchi, luogo di accoglienza, anche per i giganti che qui non spaventano nessuno in una Bisiacaria conquistata dai giganti del cielo e del mare.

Marco Barone

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