Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

E' finita e nel silenzio. La Eaton di Monfalcone ha chiuso



Alle 6 del 10 marzo, l'ultimo sguardo al luogo dove hai lavorato per una vita che ha conosciuto vite di lotte e passioni, la mano che scivola sull'interruttore della luce, e la luce si spegne e si interrompe una storia. Ha chiuso e nel silenzio più totale la Eaton di Monfalcone. Non una crisi, ma una scelta  unilaterale strategica di una multinazionale che nel nome del profitto ha deciso, sfruttando le regole offerte dall'Europa, che ha ucciso lo spirito dell'Europa dei popoli, che non fa rima con diritti dei lavoratori, e tutela sociale e protezione sociale, di delocalizzare verso quell'Est che continua ad attirare siti produttivi a costo se non zero quasi vicino all'essere zero. Sono passati tutti dalla Eaton, c'era il libro della solidarietà, un libro firmato da tanti, politici e non, viva solidarietà, ma la politica che conta ha fallito non riuscendo a fermare la chiusura. 200 famiglie in stato di effettiva crisi in un territorio economicamente debole, che continua a perdere pezzi. Mese dopo mese. La Eaton aveva una storia, una storia di lotte importanti, tamburi, striscioni, bandiere, cortei, solidarietà, scioperi. Alle 6 di questo fine inverno si è chiusa una stagione irripetibile ed infatti non si è ripetuta. In tempi diversi ci sarebbero stati scioperi, occupazioni e tanto altro, quei tempi oggi non esistono più, è una constatazione di fatto, il sistema nefasto ha vinto, se di vittoria si può parlare. Perchè in questa vicenda abbiamo perso tutti, tutti ne siamo usciti sconfitti. Lavoro, pane e diritti, si diceva una volta, oggi si va alla ricerca in tutta Italia dei sussidi, proprio come è accaduto nel Sud per decenni, perchè il lavoro non c'è e quando c'è è con diritti che chiamarli tali è come bestemmiare in Chiesa. La questione meridionale non è più tale è estesa oramai ovunque e soprattutto è giunta qui nel profondo nordest. E' finita nel silenzio, la vicenda Eaton ha attraversato una delle campagne elettorali peggiori della storia della Repubblica italiana, in un Paese letteralmente spaccato, svoltato radicalmente a destra, quella destra che ha invocato protezione sociale, il prima gli italiani, contro una globalizzazione selvaggia che ha favorito diseguaglianze ed impoverimenti sociali enormi. 
Un abbraccio solidale agli operai ed alle loro famiglie.

Marco Barone

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