Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Quella sera a Ruda... e Giulio ci ha fatto conoscere il dolore degli altri

Una miscela di emozioni, di sentimenti. E' stato definito come il pellegrinaggio per la verità e giustizia per Giulio. Sempre costantemente in movimento Paola e Claudio ed ovunque vengono accolti, abbracciati, incontrano l'affetto dell'Italia vera, quella che non ha accettato e mai potrà accettare l'ignobile compromesso che ha portato al cambio di rotta repentino segnato dalla politica di Roma, mai tanto distante quanto ora dalla via della verità e giustizia per Giulio. La politica ha intrapreso la via della normalizzazione dei rapporti, neanche due anni son trascorsi. E son bastati per ritornare amici come prima se non più di prima. D'altronde, lo scrivono in tutte le lingue, Italia ed Egitto sono in rapporto amichevole da 2000 anni. Come a dire, vuoi che 2000 anni di storia vengano compromessi da Giulio? 
Non da Giulio, ma da chi ne ha cagionato la morte, da chi ha determinato depistaggi, sviamenti, distrazioni, da chi ha cercato di auto-assolversi, passando in modo squallido anche per vittima, da chi ha violentato l'essenza della vita. Costoro hanno compromesso i rapporti tra Italia ed Egitto, non Giulio e questi rapporti nel cuore degli italiani non potranno mai più essere ricuciti fino a quando non si sancirà quella verità che tutti oramai conosciamo.
Ma poteri di varia natura, supportati da atteggiamenti d'arroganza, con il cappello di quella mafiosità che connota alcuni comportamenti e gestualità, perchè oramai non si nascondono neanche più, hanno deciso che il cerchio del fuoco si deve chiudere.
Quella sera a Ruda, scriveva Pasolini, 
ora, lontano, diverso, nel vento quasi non terrestre che smuovendo l'aria impura, trae vita da una stasi mortale delle cose, rivedo i casali, i campi, la piazzetta di Ruda; su, le bianche alpi, e giù, lungo i canali, tra campi di granoturco e vigne, l'umida luce del mare
Rivedi quel senso di genuinità, che nella sua semplicità, rende tutto più profondo e coinvolgente. Come profonda e coinvolgente e coerente, ferma e decisa è la strada intrapresa dalla comunità che sostiene Giulio e la sua famiglia. E questa è una costante in Italia.
Nella sala dove vi è una targa dedicata a Louis Pasteur un ricercatore, come ricercatore era Giulio, si è svolta la premiazione di un concorso letterario dedicato ad un partigiano. In questa occasione i genitori di Giulio hanno donato il libro Siddharta, romanzo di Hermann Hesse, tra i preferiti di Giulio, ai finalisti (giovanissimi ragazzi delle scuole) del premio letterario Erminio Masiero Neri . 
"La cultura vi rende liberi, autodeterminatevi per la vostra libertà" è stato il messaggio emerso con gran forza.  Così come è oramai  consolidato il fatto che Paola e Claudio ovunque si rechino ricordino che quanto accaduto a Giulio non è successo solo a Giulio.  
"Giulio ci ha fatto capire il dolore degli altri" dirà la mamma, ispirandosi al titolo del racconto che ha vinto il premio. Perchè ogni volta che si recano in un luogo e si parla di Giulio emergono sempre nuovi spunti di riflessione fondamentali, che arricchiscono la solidarietà e la solidarietà non conosce limiti, la solidarietà è il più grande atto d'amore sociale e collettivo che l'umanità possa attuare e non ci sarà potere corrotto e piegato al diabolico dio danaro che potrà tenere contro questo immenso ed umano atto d'amore. Forse la solidarietà è l'unica cosa che oggi ci rende tutti più umani. 
Quando si parla di Giulio si parla di tutti i Giulio e le Giulia che in Egitto hanno subito violenze inaudite.  
Rimarcando che il colore di questa nuova resistenza è il giallo e ci vuole coraggio a portarlo, ha fatto presente la mamma di Giulio, perchè ci vuole coerenza, si deve credere veramente nella libertà, nei valori che portano alla verità, alla giustizia, e non è una cosa da tutti e non è per tutti.  Ed ha assolutamente ragione. 
Quella sera a Ruda  Noi, non popolani, nella stretta del popolo contadino, della magra folla paesana, amati quanto ci ardeva l'amare, feriti dall'agra notte ch'era loro, del loro stanco ritorno dai campi nell'odore di fuoco delle cene... uno a fianco all'altro gridavamo le parole che, quasi incomprese, erano promessa sicura, espresso, rivelato amore.( Pasolini  Da "Le Ceneri di Gramsci" - 1957)
Marco Barone 
Fonte foto serata Ruda 18 novembre 2017 Twitter

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