Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,
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I 220 passi della vergogna d'Italia, la galleria Bombi di Gorizia,non verranno dimenticati
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Prima di svoltare l'angolo ed addentrarti nella magnifica cornice che è quella di Piazza Vittoria, leggi una targa che riporta una frase in ricordo della visita di Giovanni Paolo II "Gorizia, situata all’incrocio di correnti
di pensiero, di attività e di molteplici iniziative, sembra rivestire
una singolare missione, quella di essere la porta d’Italia che pone
comunicazione il mondo latino con quello slavo: porta aperta sull’Est
europeo e sull’Europa centrale”.
Sembra rivestire. Appunto. Sembra.
Alle tue spalle la Prefettura, e poi segui quelle persone con la felpa ed il cappuccio entrare dentro la galleria Bombi che dovrebbe unire Gorizia, ma non è così. Però prima di entrare dentro quel luogo buio, umido, una seconda targa coglie la tua attenzione.
Si legge che " stelle è un progetto di raccolta di segni, presenze e storie per comprendere e raccontare la condizione della moltitudine di persone in viaggio lungo la Balkan Route". Segni e presenze che nella galleria più buia d'Italia hanno preso vita, forma, sostanza. Una distesa di letti, materassi, coperte, vestiti. Alcune scatole per raccogliere i rifiuti, tutto ha un suo ordine, una sua razionalità. Viene tenuta libera la pista ciclabile. Una distesa lunga 220 passi. Li conterai. Si apre con una tenda pronta ad essere chiusa nella notte e si apre anche con una tenda preceduta da un piccolo ombrello nero. Dipende da quale lato della galleria entrerai.
Una scenografia teatrale, lo spettacolo è sotto gli occhi di tutti. Passerelle si sono consumate in questi giorni, con tanto di selfie. Non è la prima volta che si parla di Gorizia e del suo muro in materia d'immigrazione. Da mesi a Gorizia si parla solo di questo, il resto non esiste più in città. E' scomparso ogni dibattito politico, ogni progetto su Gorizia e forse non potrebbe essere altrimenti. Sono stati fatti esposti, interpellanze in diverse sedi, si è fatto di tutto di più. Si è tollerata una situazione fino al suo tollerabile. Si è legittimata l'omissione di soccorso umanitaria. Ora che si avvicina natale e la vetrina Piazza Vittoria deve essere tutelata, il problema si risolve in fretta. Via, via da Gorizia, i fuori convenzione. Meglio così. Avranno un tetto, non si capisce perchè prima non è stato possibile. Avranno un luogo forse più umano dove poter vivere. Quelle immagini stile New York anni '20, con periferie degradate e povertà diffusa per le strade con bidoni utilizzati per riscaldarsi, verranno meno. Almeno per la cornice natalizia. Un bel regalo per la città. I 220 passi si interrompono bruscamente, cerchi la luce, la classica luce fuori dal tunnel. Non pensi altro che ad uscire da quel tunnel. I pensieri si fermano, le emozioni pure. Non provi alcuna emozione. Perchè le emozioni sono umane ma quando ti trovi in una situazione disumana le emozioni fuggono, via, lontano, diventano inafferrabili. La trovi l'uscita e ti lascerai tutto alle spalle pensando alle parole di De Gregori "Viva l'Italia dimenticata e l'Italia da dimenticare". Ma la vergogna d'Italia di Gorizia non verrà dimenticata. Come può essere dimenticata?
Il 13 novembre in tutto il mondo si celebra la Giornata Mondiale della Gentilezza, nata da una conferenza del 1997 a Tokyo e introdotta in Italia dal 2000. Per questa propongo una storia per le classi di scuola primaria. La storia che segue, ambientata a Trieste, ha per protagonisti tre supereroi ed una nonna, Rosellina. Il disegno è stato fatto in una classe di una scuola dove la storia è stata letta. mb I tre supereroi e la nonnina Rosellina C’era una volta, anzi no. C’erano una volta tre supereroi. Avete presente quelli con i super poteri che si vedono nei film? Nei cartoni animati? Nei fumetti? Sì, proprio loro. E si trovavano in una bellissima città italiana, Trieste. Non erano mai stati prima a Trieste. Rimasero stupiti nel vedere quanto era lungo il molo sul mare, e quanto era enorme la piazza con due alberi di due navi dove sventolavano le bandiere, ogni tanto. Dopo essersi fatti un selfie sul molo Audace che è costruito sui resti di una vecchia n
Come calcolare capienza di una piazza durante manifestazione? La matematica non è una opinione qualcuno disse... 1) per un calcolo della superficie e della capienza, il limite preso di misura è un numero di 4 persone/mq, 2) Piazza del Popolo ha una metratura di di 17.100 mq con una capienza massima e teorica di 68.400 ; 3) Piazza san Giovanni ha una superficie di 39.100 mq, con una capienza totale, quindi, di 156.000 persone. Direi che è arrivato il momento di non dare più i numeri... Marco B. MANIFESTARE A ROMA, QUANDO I PARTITI DANNO I 'NUMERI' - La fisica, con il principio della impenetrabilità dei solidi, insegna che due oggetti non possono occupare lo stesso spazio. Eppure c'é chi ritiene che questo classico teorema non si applichi alle persone, soprattutto se convocate in un determinato luogo ad esprimere pubblicamente la loro opinione politica. Fuor di metafora: quando si tratta di conteggiare i partecipanti alle manifestazioni, i partiti "danno i numeri"
Bruxelles, come è noto, è sede delle più importanti istituzioni dell'Unione Europea. Una città affascinante, particolare, simbolo dell'alta borghesia, dove architettura moderna e tradizionale cercano, con poco successo, di convivere. L'Unione Europea rivendica spesso principi che ruotano intorno alla dignità delle persone, no alla donna oggetto, penso per esempio alla Risoluzione sulla discriminazione della donna nella pubblicità del 1997 al cui punto 10 si scriveva testualmente che il Parlamento europeo invita il settore della pubblicità a rinunciare in concreto e interamente a sminuire la donna a oggetto sessuale dell'uomo attraverso espedienti tecnici e raffigurazioni immaginose come il ridurre il ruolo femminile alla bellezza fisica e alla disponibilità sessuale . Certo, comprensibile. Ma a pochi minuti dal Parlamento europeo esiste un vero e proprio quartiere a luci rosse. Esistono anche agenzie di escort, club privati-scambisti, e donne in vetr
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