Carso o Kras. La cui origine del nome si legge in giro dovrebbe essere celtica. Attraversa tre Stati, tre nazioni, Italia, Slovenia e Croazia. E' il vero ponte tra la cultura latina e quella slava, tra l'oriente e l'occidente, tra i Balcani e quell'invenzione geografica che oggi chiamiamo NordEst. Corre lungo il Confine Orientale, un confine caldo, tortuoso, controverso. La storia è stata crudele da queste parti. Crudele soprattutto contro gli slavi, attraverso la cultura slava soggetta ad un processo importante di soppressione della propria vitale identità. Hanno cercato di annichilire le sue radici, ma non ci sono riusciti. Cultura latina e slava, lingue e linguaggi, toponimi e nomi, suffissi e denominazioni, nomi e cognomi e soprannomi. Identità diverse, pluralità identitarie. Il Carso non è né mio, né tuo, né nostro né vostro. E' di nessuno perchè è di tutti. Un luogo che attraversi in silenzio, perdendoti nella meraviglia di quel rosso autunnale del Sommacco o Sommaco. Dicono che sia così rosso a causa della grande guerra, per il sangue che ha contaminato la profondità del Carso. Grande per la violenza e morte, mica per la sua eroicità. Non esistono guerre eroiche. Carso che ha conosciuto anche la seconda guerra mondiale, le conseguenze della seconda guerra mondiale fino a quando solo con la caduta delle frontiere all'interno del disegno dell'Europa unita fu possibile ricongiungere sentieri e popoli e lingue divise dal mostro del '900. Perchè il '900 è stato complessivamente il peggior mostro che l'umanità potesse mai creare ed ha creato. Dei caduti dall'Olimpo, angeli caduti dal cielo, hanno scatenato la loro ira nel nostro mondo ed il Carso è stato il teatro tetro di tutto ciò. In fiamme il Carso, ha bruciato il Carso, è rinato il Carso sotto il silenzio. Urla di dolore, di disperazione, colpi secchi, rumori secchi fino alla sua profondità, eco di boati. Ed oggi il silenzio. Quel silenzio che unisce italiani, sloveni e croati, quel silenzio con il quale vivi l'universalità del Carso in un tempo di pace ove ognuno è libero di essere ciò che è, di parlare la propria lingua, di salutarsi con la propria lingua, perchè il Carso ha sempre unito e continuerà a farlo andando oltre gli artefici violenti , le barbarie che solo l'uomo senz'anima e governato dal proprio spirito furente nazionalista, nocività diabolica, è in grado di attuare.
Marco Barone
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