La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

La Repubblica di Croazia dica no alla celebrazione della marcia su Fiume. Lettera all’Ambasciata



Alla cortese attenzione dell'AMBASCIATA DELLA REPUBBLICA DI CROAZIA
Via Luigi Bodio 74/76
00191 Roma
ITALIA E-Mail: vrhrim@mvep.hr



Pregiatissimo Ambasciatore, 
la contatto in qualità di cittadino della Repubblica italiana nonché di residente nel Comune di Ronchi dei Legionari (Gorizia) in Friuli Venezia Giulia. 
La contatto poichè Lei è il massimo rappresentante della Repubblica di Croazia in Italia e deve essere informato su quanto accade puntualmente da diversi anni nel Comune di Ronchi ogni 12 settembre. 
Il 12 settembre del 1919 Gabriele D’Annunzio partì casualmente dal Comune di Ronchi per occupare militarmente la città di Fiume ( Rijeka ). Fatto storico che diversi intellettuali italiani, come Pasolini, definirono una “pagliacciata narcisistica” ed importanti storici come marcia che ha anticipato quella fascista su Roma, per gesti, modalità e ritualità. 
Impresa nazionalistica capeggiata da una persona guerrafondaia, come D’Annunzio e razzista nei confronti del popolo croato. Cosi si rivolgeva verso i croati ed il popolo slavo: "il croato lurido, s’arrampicò su per le bugne del muro veneto, come una scimmia in furia, e con un ferraccio scarpellò il Leone alato oppure (…) " quell’accozzaglia di Schiavi meridionali che sotto la maschera della giovine libertà e sotto un nome bastardo mal nasconde il vecchio ceffo odioso" ... oppure da Gli ultimi saranno i primi, 4 maggio 1919 (…) "Fuori la schiaveria bastarda e le sue lordure e le sue mandre di porci!". Concetti che saranno fatti propri dal dittatore fascista Mussolini. 
Il Comune di Ronchi deve la sua attuale denominazione, “dei legionari” proprio a quella marcia. Denominazione che venne conseguita sotto il fascismo dopo l’aver omaggiato Mussolini con la cittadinanza onoraria, cosa che è stata revocata solo recentemente. Ma la comunità di Ronchi è sempre stata complessivamente contraria ad omaggiare sia D’Annunzio che quella marcia, basta pensare che il monumento che è stato costruito per ricordare e celebrare l’occupazione militare di Fiume da parte dell’Italia per mano di D’Annunzio è stato realizzato nel confinante Comune di Monfalcone perché il Comune di Ronchi non diede la propria disponibilità stante il carattere fascista di quella marcia e la storia partigiana di Ronchi.
Il noto scrittore Boris Pahor in merito a questa vicenda nel 2014 ha avuto modo di sottolineare in sostanza che dei legionari non ha più, oggi ragione e diritto di esistere, tolta la cittadinanza onoraria a Mussolini è altrettanto naturale togliere la denominazione dei Legionari di Ronchi, ben tenendo conto anche del fatto che oggi popoli e paesi come l’Italia, Slovenia e Croazia vivono in amicizia, e che Ronchi è un territorio multietnico, multiculturale e vista anche la presenza dell’aeroporto, sarebbe il caso di accogliere, chi giunge in questi luoghi, in modo diverso e non con la denominazione dei Legionari. 
Se D'Annunzio da alcuni viene considerato come un valore d'Italia, per molti cittadini non lo è. Perchè razzista prima di tutto ed offensivo contro gli amici e fratelli croati. Ogni 12 settembre dei nazionalisti si riuniscono presso il monumento dedicato a D’Annunzio per la marcia di occupazione di Fiume, con anche alcune delegazioni che provengono dalla città di Fiume. Celebrazione storica ma dal chiaro connotato politico. Celebrazione a cui partecipano anche amministratori locali con la fascia tricolore a rappresentare, dunque, la Repubblica italiana. 
Perché celebrare quella marcia significa rivendicare l’italianità di Fiume. Atto totalmente irrispettoso nei confronti della Repubblica di Croazia e della città di Fiume. Atto storico e politico che certamente non corre nella direzione di favorire i rapporti tra Italia e Croazia per i motivi come succintamente esposti. 
Nel 2019 ci sarà il centenario per tale evento e circolano voci che qualcuno vorrebbe promuovere un pellegrinaggio storico/politico dal Comune di Ronchi alla città croata di Fiume per celebrare quell’occupazione militare. 
Tutte questioni che favoriscono sentimenti nazionalistici che compromettono in modo rilevante quella edificazione di una Europa di pace e fratellanza ed amicizia tra popoli che stiamo tutti insieme e con fatica cercando di realizzare. 
Tanto premesso
si chiede all’Ambasciata della Repubblica di Croazia, nella persona dell'Ambasciatore, di sollecitare l’intervento della Repubblica di Croazia nei confronti delle autorità italiane perché non abbiano più luogo cerimonie, celebrazioni, della marcia di occupazione su Fiume e che non venga considerato più come un “valore” d'Italia la figura di D’Annunzio stante le sue parole altamente offensive e razziste come manifestate nei confronti del popolo croato.
Confidando in un suo cortese riscontro, nel nome della fratellanza ed amicizia tra i popoli, le porgo i più cordiali saluti.



Marco Barone

Ronchi (Gorizia)

5 settembre 2017



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