Quella di Sappada può essere l'inizio di una fuga sancita in via democratica e ratificata con difficoltà per legge ordinaria di tanti Comuni dal Veneto verso il Friuli Venezia Giulia od il Trentino Alto Adige.
Sarà un caso ma dopo quasi dieci anni si arriva in Senato all'approvazione di questo passaggio di Sappada in FVG, in prossimità delle elezioni, del referendum dell'autonomia che si effettuerà in Veneto e Lombardia senza dimenticare le consistenti turbolenze internazionali secessioniste che fanno tremare l'Europa. Europa sempre più silente.
Iter:
Nel luglio 2007, su
richiesta sottoscritta da oltre 400.000 cittadini, il Consiglio comunale
delibera l'indizione di un referendum popolare consultivo per il
passaggio di Sappada alla Regione autonoma Friuli-Venezia Giulia,
nell'ambito della Provincia di Udine. La votazione si è tenuta nelle
giornate del 9 e 10 marzo 2008: l'affluenza è stata pari al 75,3 per
cento (ossia 903 elettori) e i sì hanno vinto con il 95 per cento dei
voti. Il 18 marzo 2009 il Consiglio provinciale di Udine ha approvato
l'ordine del giorno per il passaggio di Sappada alla Regione
Friuli-Venezia Giulia. Sia il Consiglio regionale del Friuli-Venezia
Giulia, il 23 novembre 2010, che quello del Veneto, il 28 giugno 2012,
hanno espresso il proprio parere favorevole. L'8 gennaio 2014 la
Commissione parlamentare per le questioni regionali ha espresso
anch'essa parere favorevole. E da quel momento il vuoto. Nonostante vive proteste, diffide e scontri politici. Nessuna legge costituzionale ma una semplice legge ordinaria sancirà questo passaggio.
Posizione del Governo:
Il Governo ha espresso parere favorevole evidenziando alcuni aspetti interessanti di tutta questa vicenda:
"Sappada è storicamente carnica: è stato detto in
diversi interventi e ciò è testimoniato, oltretutto, dalla continua
appartenenza alla diocesi di Udine. La rottura è avvenuta a metà
dell'Ottocento, a causa di un dominio esterno alla storia italica. In
breve tempo, però, dopo quel passaggio alla provincia di Belluno, la
popolazione chiese il ricongiungimento alla provincia di Udine, nel 1966
con una petizione popolare e nel 2008 con un referendum
plebiscitario, ora richiamato. La vita comunitaria è legata alla più
vasta comunità carnica. Appunto per questo la rilevanza non è la
specialità, ma la comunità. Nemmeno parlerei di autodeterminazione dei
popoli: nulla c'entra la vicenda di Sappada con il tema
dell'autodeterminazione, mentre c'entra con il ricongiungimento
comunitario. C'è un fatto di particolare rilievo: entrambe le
Regioni, sia quella cedente sia quella ricevente, hanno espresso parere
favorevole. Quindi, si tratta di un caso che definirei più unico che
raro, di una condizione davvero specifica e particolare, puntuale e non
estensibile ad altre situazioni."
Altri 16 Comuni, in fuga dal Veneto, attendono giustizia
Da segnalare, come è emerso all'interno del dibattito, che ora si potrà registrare un mero ed inevitabile effetto domino. D'altronde la democrazia o viene rispettata oppure è una gran presa in giro.
Si è ricordato che "negli ultimi dodici anni nel Veneto ci
sono stati trentuno referendum per far passare dei Comuni al Friuli-Venezia Giulia o al Trentino-Alto Adige.
Di essi, in quasi tutti ha vinto il sì; solo in sedici di essi si è
raggiunta la maggioranza del 51 per cento e quindi sono validi.
Pertanto, quando diciamo che vogliamo rispettare la volontà del popolo,
dobbiamo sapere che nelle Aule del Parlamento nei prossimi anni dovremo
dire sì a sedici Comuni, se vogliamo essere coerenti con quello che
stiamo dicendo. La stessa cosa devono fare il Consiglio regionale del
Veneto, il Consiglio regionale del Friuli-Venezia Giulia e i Consigli
provinciali del Trentino-Alto Adige".
Sarà realmente così?
Marco Barone
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