C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

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    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

Benedetto Croce : per me il Nazionalismo è una manifestazione terziaria della sifilide dannunziana



Un carteggio molto significativo tra Benedetto Croce e Giuseppe Prezzolini, che colpisce al cuore, il cuore del nazionalismo italiano, che in modo incomprensibile ancora oggi da qualcuno viene considerato come un valore per l'Italia. Quando in realtà ha contribuito enormemente a svilire il nostro Paese. Le parole di Croce nei confronti di D'Annunzio sono pesanti . Ancora il peggio doveva avvenire, ancora D'Annunzio doveva esprimere il suo eroismo, il suo militarismo, la sua "tenacia" che porterà alla nefasta occupazione eversiva della città di Fiume che in modo irresponsabile, rischiando di compromettere i rapporti tra Italia e Croazia, più di qualcuno tende a celebrare. Ma già il suo fervore nazionalista era noto, un fervore che si scontrava contro quell'europeismo che Croce ha sempre coltivato portandolo a scrivere durante la dittatura fascista, cosa per nulla scontata e facile, il noto saggio sull’Europa prevedendo una grande Europa unita sotto il segno della libertà e della democrazia. Nel carteggio con Prezzolini Croce già manifestava delle critiche al nazionalismo italiano, attaccando "letteratucci e giornalistucoli" che componevano l'Italia sotto il nazionalismo e che nessuna efficacia hanno avuto nella vita italiana, rilevando che se costoro non "facessero i nazionalisti farebbero i dannunziani". Per poi evidenziare con gran vigore che "per me il Nazionalismo è una manifestazione terziaria della sifilide dannunziana. Quanto male abbia fatto il D'Annunzio nell'ambiente morale italiano è cosa di cui pochi hanno adeguata coscienza: e io credo di essere tra questi. Bisogna esplorare a fondo questo malanno (...) e denudare la schifosa piaga. Io sono disgustato, anzi profondamente nauseato dalla spettacolo che offre il d'Annunzio.....e allo scredito che getta sulla nostra Italia......prevedo che andrà degenerando sempre più vergognosamente" Sino ad augurargli di morire " mi sembra il meglio che possa fare per sé e per l'Italia" .

 Ringrazio L.K. per avermi segnalato questo importante carteggio

Marco Barone 

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