C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

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    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

Scuola: se lo Stato ha abbandonato il FVG senza dimenticare gli effetti nefasti della “buona scuola”

Nel FVG emergono diverse problematicità nell’ambito scolastico. Una regione dove peggiora il tasso di scolarità, calano le iscrizioni all'Università ,l a componente straniera nelle scuole della regione è del 12% del totale, contro il 9,2% a livello nazionale, calano gli iscritti alla scuola primaria, l’8% dei giovani tra i 18 e i 24 anni di età e in possesso di licenza media ha abbandonato qualsiasi percorso scolastico e formativo. Il dato nazionale (13,8%) è superiore alla media UE (10,7%). Numeri comunque importanti e significativi. D'altronde è noto che l'Italia è un Paese che a livello d'istruzione si è fermato alla terza media. Ma è una regione che è stata pesantemente colpita nella sua autonomia a partire dal massimo vertice quale l’Ufficio scolastico regionale, come è noto nel 2014 si è deciso che quattro Uffici scolastici regionali italiani, Basilicata, Friuli Venezia Giulia, Molise ed Umbria, vista la popolazione studentesca ivi presente, non potranno avere alla guida un direttore generale bensì un dirigente di livello non generale. L’USR così come tutte le articolazioni territoriali, quali gli uffici territoriali, soffrono da tempo di una considerevole carenza di organico con conseguenze ben note. Poco personale chiamato a super lavoro ma dei vuoti dei buchi saranno inevitabili e sono inevitabili perché nessuno ha il dono dell’ubiquità. Per non parlare del disastro che si è verificato nel primi tempi in cui è entrata in vigore la 107 del 2015, una legge che ha visto contro quasi l’80% dell’intero personale scolastico, con uno sciopero forse senza precedenti nella scuola per tipo di adesione. Per mesi e mesi in FVG vi sono state tante classi scoperte, cioè senza il docente di riferimento. Per non parlare del personale ATA continuamente in sofferenza di organico e totalmente dimenticato e chiamato a lavori super intensivi. Una legge, la “buona scuola”, che ha legittimato situazioni con cui oggi in FVG si fanno i conti duramente. Come è stato denunciato più volte il FVG ha una carenza pazzesca di dirigenti titolari, dirigenti più volte chiamati ad effettuare anche più di una reggenza. Ma la legge 107 dispone la “possibilità”, senza che derivino nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, di individuare nell'ambito dell'organico dell'autonomia fino al 10% di docenti che lo coadiuvano in attività di supporto organizzativo e didattico dell'istituzione scolastica. Cioè ha ampliato rispetto al passato la possibilità di nominare collaboratori del DS all’interno della singola scuola proprio perché quella “riforma” non contrasta il taglio delle dirigenze e sostiene indirettamente la logica delle reggenze, delegando il tutto a docenti disponibili che si prendono responsabilità improprie e retribuite con quattro soldi. Insomma è un problema strutturale e sistemico voluto. Il sistema dirigenziale, ovviamente non tutto nel suo complesso, in un primo momento aveva sostenuto la 107, come dimenticare le accuse di alcune organizzazioni che avevano definito i docenti che si opponevano alla "buona scuola" come contrastivi?  Un sistema  che quando si è scontrato con i mancati incrementi stipendiali ed altre vicissitudini importanti, ha iniziato inevitabilmente a protestare contro la 107 boicottando in tantissimi casi il diabolico sistema demenziale della chiamata diretta aziendalista nella scuola, ma non solo. La scuola è una cosa seria, ma non in Italia e gli ultimi governi che si sono susseguiti a Roma si son dimenticati pesantemente del FVG e tale abbandono abbinato agli effetti previsti della 107 ha prodotto una situazione imbarazzante ed indegna per la scuola pubblica.

Marco Barone

Commenti

  1. per chi è digiuno di politica e burocraziua scolastica non sarebbe male sciogliere e e spiegare le sigle come FVG , USR, ecc grazie

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