La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

Gorizia una Lampedusa del nord? La certificazione del fallimento dell'accoglienza diffusa



Guardando i dati degli sbarchi tra luglio ed agosto 2017 ad Augusta risultano essere sbarcati 14.145 migranti, seguita da altre decine di porti come Catania 12 mila sbarchi, Vibo 5 mila sbarchi per arrivare per ultimo a Bari con 891 sbarchi. Numeri mensili che a Gorizia ed in tutto il FVG non si vedranno mai. Ricordo ancora quando si discuteva  sulla possibilità dell'intervento di MSF a Gorizia e le irritazioni di alcuni politici perchè dissero che Gorizia rischiava di diventare la Lampedusa del nord. Ora però viene considerata l'ipotesi di una neanche piccola e forse neanche minuscola, visti i reali numeri del fenomeno, di Lampedusa del nord perchè si possa avviare in parole povere un regime di sfollamento dei migranti che a Gorizia ed in tutta la sua ex provincia non riescono a trovare spazio. 
Ed il tutto dove forse l'omissione di soccorso è diventata un vero optional che non vale per tutti e nei confronti di tutti. E' evidente che la proposta come emersa in chiave istituzionale è il frutto della disperazione e del totale fallimento dell'accoglienza diffusa. La prefettura di Gorizia ha voluto evitare l'utilizzo del pugno duro e lo scontro istituzionale con i Comuni che dicono no e con una città di Gorizia che non muove un dito, salvo gli immancabili volontari, per i "fuori convenzione" ergo fuori da Gorizia. E ricorrere allo strumento della terra di sbarco è l'ultimo tentativo, l'ultimo urlo, che altro non è alla fine dei conti che la piena certificazione del totale fallimento dell'accoglienza diffusa in alcune zone del FVG. In tutto ciò non ci si deve dimenticare che i rifugiati riconosciuti come tali sono a tutti gli effetti potenziali cittadini italiani perchè una volta ottenuto lo status di rifugiato se risiedono da almeno 5 anni in Italia possono richiedere la cittadinanza senza aspettare i canonici 10 anni. I potenziali e futuri "nuovi" cittadini italiani ed indirettamente europei come li stiamo preparando a divenire tali? Lasciandoli in mezzo alla strada? Negandogli l'insegnamento dell'italiano? Favorendo l'emarginazione? Invitandoli ad andarsene?  Con situazioni di degrado sociale pieno? Quale reale e diffuso processo di integrazione laico e non religioso? Quale processo reale di formazione ed istruzione? Ad ogni omissione, od azione, seguirà sempre un determinato ed inevitabile effetto.
Marco Barone 

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