La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume
Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato, tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193
Meno male che gente come colui che ha scritto ciò che avete appena letto incominciano a scomparire dalla faccia della terra, o per ragioni anagrafiche e morte naturale o perchè gli italiani incominciano a discernere tra cultura e bassa politica, tra arte e politicizzazione della cultura. C'è stato un periodo che biechi e incolti politicanti (tra cui, immagino, l'autore di questo blob) volevano abbattere, solo perché simbolo della Patria, il monumento a Vittorio Emanuele II (meglio noto come Altare della Patria), oggi rivalutato perché considerato uno dei capolavori della storia architettonica dell'umanità. Vergognosi atteggiamenti di individui incolti vorrebbero abbattere tutto ciò che è stato creato nella prima metà del XX secolo solo perché concepito negli anni delle dittature del secolo, fascismo, nazismo e comunismo: un secolo di architettura da rinnegare. Quegli stessi esseri immondi vorrebbero distruggere tutta la produzione artistica del Rinascimento perché prodotta durante i secoli delle Signorie in Italia: ricordo benissimo queste tesi perché ho abbastanza anni per averle dovute ascoltare, inorridito, durante i famigerati anni del '68, da parte di quegli stessi individui che sono oggi a capo, in veste di manager, di alcuni dei dei più importanti gruppi finanziari nel paese.
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