La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

Le 5 sfide per il mondo dei servizi segreti nell'area mediterranea



 
Il 22 giugno si è tenuto, nella sede dell’Università Cattolica del Sacro Cuore a Roma, il convegno Med2035 – La trasformazione degli scenari geopolitici, organizzato dalla Cattolica, con la direzione scientifica del Centro di Ricerche sul Sistema Sud e il Mediterraneo Allargato (CRiSSMA), ed in collaborazione con il Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (DIS) della Presidenza del Consiglio. All'interno del convegno, come si può leggere sul sito Sicurezza nazionale è stato pubblicato un sintetico report ove emergono alcune questioni importanti.
 
L'area mediterranea è "l’unica regione del mondo nella quale si affacciano contemporaneamente cinque diversi tipi di sfide." Sfide che interessano ovviamente anche il complesso mondo dell'Intelligence. 
 
Quali queste sfide?
 
1) sfida convenzionale: "costituita dalla necessità di gestire in termini di un ’ritorno al passato’ inopinato le crisi geopolitiche, con l’attivismo rinnovato delle antiche potenze imperiali (Russia, Iran e Turchia) e l’ingresso in scena di attori nuovi come la Cina."
 
2) sfida per la ‘democratizzazione della violenza’:  "la dispersione di capacità militari presso attori non statali in grado di sferrare colpi tali da provocare la reazione dei principali protagonisti del sistema internazionale."
 
3) sfida politico/securitaria: " afferisce anzitutto ai teatri operativi attivi (guerra all’ISIS in Siria e Iraq), ed anche a tutti quei Paesi dell’area che presentano oggi un quadro non altrettanto difficile, ma, nondimeno, suscettibile di evolversi in maniera problematica."
 
4) sfida identitaria: "si  riferisce all’intelligence, alla capacità di metabolizzare l’inevitabile porosità dei confini esterni dell’Unione Europea ed alla correlata tentazione, che continua ad allignare nelle nostre società, di cedere alla governance dell’inquietudine anziché affrontare le vere cause dei problemi."
 
5)  sfida sulla crisi di leadership: "con la messa in discussione dell’ordine liberale internazionale e con l’Europa che fatica a ritrovare il suo cammino."
 
Marco Barone
 

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