Nel 2016 si stima siano 1 milione e 619mila le famiglie residenti in condizione di povertà assoluta, nelle quali vivono 4 milioni e 742mila individui. Ma interessante è il quadro che emerge in materia di incidenza della povertà relativa.
La stima dell’incidenza della povertà relativa (percentuale di famiglie e persone povere) viene calcolata sulla base di una soglia convenzionale (linea di povertà),che individua il valore di spesa per consumi al di sotto del quale una famiglia viene definita povera in termini relativi. La soglia di povertà per una famiglia di due componenti è pari alla spesa media mensile pro-capite nel Paese, e nel 2016 è risultata di 1.061,50 euro.
Le famiglie composte da due persone che hanno una spesa mensile pari o inferiore a tale valore sono classificate come povere. Nel 2016, si stima siano 2 milioni 734 mila le famiglie in condizione di povertà relativa e 8 milioni 465mila individui, il 14,0% dei residenti (13,7% l'anno precedente). L'incidenza di povertà relativa si mantiene elevata per gli operai e assimilati (18,7%) e per le famiglie con persona di riferimento in cerca di occupazione (31,0%). Se l’incidenza di povertà relativa "migliora" rispetto all’anno precedente per le famiglie residenti nei comuni Centro area metropolitana (da 8,2% nel 2015 a 5,7% nel 2016), in particolare al Nord (3,9% da 7,4%), nel dettaglio territoriale, Toscana (3,6 %), Emilia-Romagna (4,5%), Valle d’Aosta (4,8%), Lombardia (5,0%), Veneto (5,5%) e Piemonte (6,0%) mostrano i valori più bassi dell’incidenza di povertà relativa e inferiori alla media nazionale ma il Friuli Venezia Giulia peggiora in modo rilevante rispetto al 2015, passando da una incidenza dell’8,7% al 10,4% del 2016 diventando, dopo la Liguria, la Regione dell’intero Nord Italia con l’incidenza di povertà relativa più alta. La giustizia sociale deve diventare una priorità assoluta, partendo dal diritto al lavoro, diritti nel lavoro, e contrasto fermo e netto alle diseguaglianze che sussistono in modo profondo anche nella nostra, non più ricca, regione. Se in Italia solo 10 persone hanno la ricchezza di 3 milioni di persone, e nel mondo 63 persone di 3 miliardi di persone, come può andare avanti questo mondo? Se in una città come Ginevra vivono 1000 miliardari e dove con uno stipendio di 3200 euro al mese rischi di mangiare alla Caritas, quanto è tollerabile ancora una situazione del genere?
Marco Barone
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