Il tempo si è letteralmente fermato alla stazione di Miramare di Trieste

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Un gioiellino liberty di epoca asburgica, che consente di arrivare al castello di Miramare, attraversando il polmone verde di Trieste, che affascina il viaggiatore, perchè il tempo si è fermato in via Beirut, a  Grignano come in nessun altro luogo a Trieste.  Un gioiellino che è ora chiuso, ora aperto, ma che necessita di essere valorizzato, riqualificato. Purtroppo già in passato preso di mira da azioni di vandali, ragione per cui venne eliminato il glicine che caratterizzava la pensilina esterna, preso di mira con vandalismi che hanno comportato spese per migliaia di euro da parte di RFI per effettuare interventi di restauro di natura  conservativa. Quella piccola stazione affascina e non ha eguali in Italia, ed è auspicabile che si possano trovare le risorse, gli intenti, la volontà, per farla ritornare ai fasti di un tempo. Purtroppo il tempo fa il suo corso e dei lavori di manutenzione sono necessari per ripristinare quel bene storico che viene invidiato da chiunque si soffermi a

E’ stato il Governo di destra a volere la Commissione territoriale a Gorizia, ed ora la vogliono chiudere


Con l'articolo 12 del DPR 16 settembre 2004, n. 303- Regolamento relativo alle procedure per il riconoscimento dello status di rifugiato- vista anche la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 9 luglio 2004, si è disposta l'Istituzione in Italia di diverse Commissioni Territoriali, tra cui quella di Gorizia  competente a conoscere le domande presentate nelle Regioni: Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Trentino-Alto Adige. Come è noto, poi, questa competenza verrà ridimensionata spostando alcune funzioni in Veneto, salvo che per le domande presentate in FVG.  Ma a Gorizia vi è poco da fare. Si è deciso in modo unidirezionale che la quota competente di richiedenti asilo da "accogliere" deve essere quella ben nota, che sarebbe forse anche inferiore ai parametri ministeriali e chi esce da questa quota può rimanere nel bel mezzo della strada. Anzi no, neanche ciò è più consentito. Praticamente banditi dal territorio di Gorizia. Sono intervenute diverse inchieste giornalistiche, trasmissioni televisive di carattere nazionale, è stato prodotta anche una denuncia articolata in Procura, è intervenuto MSF con un mero unicum in Italia, ma niente da fare. Si è sempre al punto di non ritorno. E guai a paragonare l'emergenza, anche se per il Governo italiano e per la Regione FVG non si può parlare di emergenza visto che nessun decreto in tal senso è stato mai disposto, che si è venuta a determinare a Gorizia dalla fine degli anni '40  quando la città ha dato rifugio a migliaia di istriani italiani che dovevano fuggire dalle regioni annesse alla Jugoslavia. Molti di coloro che si stabilirono in città, hanno avuto un ruolo importante nel plasmare nel suo dopoguerra l' identità nazionale e politica della città. Si parla di circa 5 mila esuli che hanno scelto come luogo Gorizia andando a costituire circa il 15 % della popolazione residente. Ma la solidarietà non è uguale per tutti. Ma cento, e ribadisco cento, richiedenti asilo, per come non gestiti, con la politica del fuori dalle pal..,hanno svelato tutta la disumanità di una città dimenticata anche da Dio. Con una destra che persiste nella chiusura di una struttura che ha voluto, per come oggi operante, proprio il governo nazionale di destra con Berlusconi e compagnia varia. Giusto per non dimenticare. Ma questa ignobile partita a ping pong giocata sulla pelle dei migranti deve finire quanto prima.

Marco Barone

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