C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

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    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

Summit dei Balcani Occidentali come la cooperazione tra giovani può contrastare i nazionalismi?


Come è noto a Trieste si svolgerà un meeting sui Balcani Occidentali, zona dell'ex Jugoslavia che ha più di 20 milioni di abitanti ed include Paesi come Macedonia, Montenegro, Albania, Serbia, Kosovo che attendono in un certo senso di entrare in Unione Europea. Questo summit sui Balcani Occidentali è certamente un passo, ulteriore, per tale inclusione, che si afferma proprio nel momento in cui i rimpianti verso la Jugoslavia incrementano.  
La Regione del FVG si è attivata invitando i rappresentanti della società civile del Friuli Venezia Giulia  a formulare un proprio contributo sintetico su uno o più temi come indicati nel sito  (al massimo 500 caratteri per ogni tema di interesse) e quello che voglio evidenziare è questo:  come la cooperazione tra giovani potrebbe essere uno strumento valido nella lotta/prevenzione dei nazionalismi e della radicalizzazione nella regione? I contributi, recanti il preciso riferimento al tema selezionato, devono essere trasmessi in versione informatica (preferibilmente file word) all’Ufficio di Presidenza della Regione Friuli Venezia Giulia - Servizio Relazioni internazionali e Infrastrutture strategiche all’indirizzo email relazioniinternazionali@regione.fvg.it   entro e non oltre lunedì 26 giugno.

Sinceramente non ho idea come proprio dal FVG possa arrivare una proposta per contrastare i nazionalismi nei Balcani, quando in questa regione si è consumata una delle pagine più vergognose dal punto di vista storico, quale quella della memoria condivisa, che soccorre proprio il nazionalismo italiano. La via del dialogo, della cultura, del rispetto delle varie identità e specificità, la tutela delle lingue, le condizioni di reciprocità, la memoria storica antifascista, sono gli elementi su cui operare per salvaguardare ogni processo anti-nazionalista. Questo per quanto concerne la questione culturale. Ma come ben sappiamo i nazionalismi si alimentano con le diseguaglianze sociali, con le guerre tra poveri, con il ritorno di muri e confini e frontiere, e l'attuale Unione Europea è il primo fuoco dei nazionalismi a causa delle sue scellerate politiche economiche, del suo inseguire il capitalismo.  Non possiamo al momento noi dare alcuna lezione ai Balcani Occidentali, quando siamo noi la principale causa della fine dell'Europa dei popoli.Certo, magari ci illudiamo dedicando qualche fiume all'Europa, ma questo non è più tempo per le illusioni.

Marco Barone

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