La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

Richiedenti asilo a Gorizia: quale la differenza tra quanto proposto da Ziberna e Collini?

Il 25 giugno quella che è stata definita come la remuntada alla goriziana sarà una mera utopia o sarà possibile? Perdere le elezioni per 22 voti è già indicativo della situazione in essere ed anche se si dovessero mettere insieme, cosa impensabile, tutte le liste che si sono opposte al centro-destra, non si riuscirebbe nell'impresa, forse è più facile fare una cinquina al gioco  del lotto.
Comunque sia, vediamo quale la differenza tra il programma elettorale a sostegno di Ziberna e quello di Collini, sulla questione certamente più calda, ovvero quella dei richiedenti asilo.

Cosa propone il programma a sostegno di Ziberna?
Si parte con la questione del costo.  "Quasi 16 milioni di euro in tre anni. È quanto costerà il servizio di accoglienza e assistenza dei richiedenti protezione internazionale a Gorizia e nel resto dell'Isontino." Quale la fonte di questo dato? Nel testo non è indicata. Poi si presenta Gorizia come una città addirittura e "senza dubbio" tra "le più accoglienti e solidali d’Italia ma non è ammissibile che per l’accoglienza sul nostro territorio si spenda una cifra praticamente pari a quella che il Comune di Gorizia destina a tutti i servizi sociali per tutti i propri cittadini bisognosi. " Forse è sfuggito quello che è accaduto nel corso degli anni, forse queste persone vivono in qualche altra Gorizia, non in quella dove è dovuto addirittura intervenire MSF, unicum in Italia per il tipo di operazione posta in essere. Misteri. 
Propongono di "modificare la politica dell'accoglienza accelerando le pratiche per il riconoscimento e per il rimpatrio di coloro che non hanno diritto all'asilo. " E sulla base di quale competenza il Comune potrebbe fare ciò? Altro mistero.  
Poi evidenziano chi può essere accolto: "Accogliere chi è in comprovato rischio di vita, soprattutto donne e bambini, costituisce obbligo morale. Ma va rilevato che la maggior parte dei richiedenti asilo a Gorizia sono, in realtà, emigranti economici o umanitari. Proporremo, quindi, di quadruplicare le commissioni territoriali per il riconoscimento dello status di rifugiato. Consideriamo questa l’unica soluzione per snellire e velocizzare le procedure e non permettere che i costi diventino permanenti pesando ancor più sulle tasche dei contribuenti. "
Ma come fanno a sostenere che la maggior parte dei richiedenti asilo a Gorizia sono emigranti economici? Altro mistero. 
Ritornano, nuovamente, sul concetto di Gorizia città solidale: "Gorizia è sempre stata e rimarrà una città solidale."  Cioè per convincersi di una cosa che non rappresenta la realtà di Gorizia devono ripetere due volte un concetto non corrispondente alla realtà. O meglio, non pienamente, perchè l'unica solidarietà che si è registrata a Gorizia è quella realizzata concretamente e quotidianamente da chi è stato sistematicamente demonizzato, buona parte del mondo del volontariato.
 Quanti migranti può accogliere Gorizia?
"Il piano nazionale di accoglienza prevede che Gorizia accolga circa 90 immigrati. In realtà abbiamo avuto punte di oltre 400. L’unica strada è quella di sollecitare gli organismi europei ed internazionali ad adottare un nuovo piano Marshall a beneficio dei paesi che oggi generano emigrazione. Questo per impedire esodi e calvari lunghi miliardi di km e oltre 5.000 morti all’anno nel solo mar Mediterraneo."
Un nuovo piano Marshall? Ma stiamo parlando di Gorizia o di qualche Stato che avrebbe eventualmente il potere di proporre strategie di un certo tipo? Sicuramente non l'Italia che come è noto in Europa non conta un fico secco.  
E poi, ovviamente, la solita ed immancabile perla destra, la militarizzazione del territorio. "Solleciteremo la Regione affinché chieda al Governo nazionale un maggior numero di militari in grado di sostituirsi alle forze dell’ordine nel presidio dei siti sensibili e nel pattugliamento. Attiveremo un tavolo di coordinamento tra Forze dell’Ordine e Polizia Locale. I luoghi in cui i cittadini si sentono più insicuri, in particolare parchi e giardini, andranno vigilati con maggiore illuminazione e videosorveglianza. La sicurezza sarà rinforzata anche attraverso l’assunzione di operatori della Polizia Locale. "
Il rispetto delle regole civili e di convivenza sono importanti ma qui pare di vivere in una zona di guerra piuttosto che in una desolante città piccola periferica d'Italia.


Veniamo al programma a sostegno di Collini.
Si parte sulla questione della quota, ed in modo similare a quanto proposto nel programma a sostegno di Ziberna si scrive: "agire concretamente affinché la loro presenza a Gorizia non superi i numeri previsti  dai piani nazionale e regionale." L'unica differenza è che non si indica la cifra numerica.
Anche in questo programma si prevede la volontà di svuotare Gorizia dai richiedenti asilo sollecitando però l'attuazione della non riuscita, purtroppo, accoglienza diffusa: "Sarà sollecitata l'attuazione del piano di ospitalità diffusa nei diversi comuni del FVG, per evitare una concentrazione eccessiva in pochi centri, come avviene oggi a Gorizia  e Gradisca aderendo alla rete SPRAR."
Si propone anche " ai richiedenti asilo l'impiego in attività  di volontariato a vantaggio della città, come già avviene positivamente in altri comuni della regione, in  modo tale che queste persone non siano costrette a trascorrere tutto il loro tempo inoperosamente e  possano ripagare attivamente la città che li ospita". Insomma, lavoro gratis. Nessun riferimento, almeno in questo capitolo, sulla questione istruzione che sarebbe un punto nodale fondamentale per affermare un minimo processo di integrazione ed inserimento sociale a favore dei richiedenti asilo e ciò darebbe anche del lavoro anche a diversi goriziani.

Per concludere, cambia la lettura tra i due programmi sulla questione dei richiedenti asilo, vi sono certamente punti di convergenza, ma anche qualche differenza, ma non così radicale...

Marco Barone

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