Il tempo si è letteralmente fermato alla stazione di Miramare di Trieste

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Un gioiellino liberty di epoca asburgica, che consente di arrivare al castello di Miramare, attraversando il polmone verde di Trieste, che affascina il viaggiatore, perchè il tempo si è fermato in via Beirut, a  Grignano come in nessun altro luogo a Trieste.  Un gioiellino che è ora chiuso, ora aperto, ma che necessita di essere valorizzato, riqualificato. Purtroppo già in passato preso di mira da azioni di vandali, ragione per cui venne eliminato il glicine che caratterizzava la pensilina esterna, preso di mira con vandalismi che hanno comportato spese per migliaia di euro da parte di RFI per effettuare interventi di restauro di natura  conservativa. Quella piccola stazione affascina e non ha eguali in Italia, ed è auspicabile che si possano trovare le risorse, gli intenti, la volontà, per farla ritornare ai fasti di un tempo. Purtroppo il tempo fa il suo corso e dei lavori di manutenzione sono necessari per ripristinare quel bene storico che viene invidiato da chiunque si soffermi a

Monfalcone e la puntata di Operai: il problema della lingua da Fincantieri alla scuola


Da quando la destra ha vinto le elezioni a Monfalcone in quella che è stata la prevedibile Caporetto del centrosinistra, la città è finita nel mirino dei media nazionale. A partire dal tradimento della questione morale sull'amianto in relazione alla nota  transazione che addirittura ha impegnato il Comune per quattro soldi a rinunciare alla costituzione di parte civile in qualunque procedimento penale che dovesse essere promosso in futuro per i fatti connessi all'impiego dell'amianto anteriormente alla sottoscrizione dell'accorso. E' quello di costituirsi parte civile un diritto indisponibile?  A parer mio trattandosi, nel caso di costituzione di parte civile in sede della tremenda questione amianto a Monfalcone, della difesa di un diritto indisponibile dell'intera collettività è evidente che la sua tutela sul piano giurisdizionale non può essere lasciata alla sola valutazione discrezionale dell'amministrazione comunale pro tempore che non può, anche se ciò è accaduto, prendere impegni così rilevanti, quale la rinuncia, e lesivi della dignità di migliaia di persone, per il futuro.
Dopo Piazza Pulita, dopo Fuori Roma vi è stata parte della puntata di Operai, sempre su Rai Tre, che ha affrontato il caso di Monfalcone città dove il motto destro prima gli italiani è diventato prima i residenti. La cosa che ha colpito di più è stato il problema della lingua. Come è possibile che il principale sindacato lì presente, come è emerso nella puntata di Operai, non ha mezzi e strumenti per conoscere le lingue parlate all'interno di quel piccolo globo internazionale che è la Fincantieri? Se non si conosce la lingua non si può minimamente pensare di sfiorare la difesa dei più deboli, dei lavoratori, tutte vittime di un sistema economico sempre più cattivo e competitivo al ribasso. Certo, si dirà, chi lavora in loco dovrebbe conoscere l'italiano, come è stato proposto. La verità è nel mezzo, ed il mezzo è la mediazione culturale e ci si deve attrezzare. La conoscenza della lingua, è l'abc di ogni elementare diritto. Stesso discorso per la scuola. E' impensabile ed è poco formativo pensare di avere classi con solo quattro bambini che parlano italiano. Si deve creare un sistema perchè i bambini che non conoscono l'italiano siano incentivati a frequentare le scuole dell'infanzia e le classi "ghetto" vanno assolutamente evitate, d'altronde esiste la possibilità di ridurre in modo considerevole il numero di studenti per classe. Se oggi giorno hanno difficoltà a parlare l'italiano i bambini italiani, figuriamoci quelli di nazionalità non italiana. Non servono progetti eroici, serve buon senso e buon senso vuole che se in Inghilterra non conosci l'inglese non avrai certamente vita facile, se in Germania non conosci il tedesco avrai problemi di inserimento sociale, e non si capisce perchè in Italia si devono concentrare in una sola classe bambini che non parlano italiano, quando poi i parametri di legge son ben chiari. Misteri, non religiosi, tutti nostrani. Stando agli open data del Miur, il 9,49% di chi frequenta le scuole italiane, dalle primarie alle secondarie di secondo grado, non ha la cittadinanza italiana. Ma a Monfalcone in base ai dati forniti dal MIUR si supera di gran lunga la media nazionale la percentuale di studenti "stranieri" è del 37,36%!  Mentre se si va a guardare la fascia di età 0-18 anni a Monfalcone risultano stranieri il 44,21% della popolazione giovane. E' evidente che la questione è enorme e va affrontata seriamente prima che esploda in cattivo modo.
Marco Barone

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