Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

Immagine
Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Trieste e Gorizia, ancora una volta viene attaccato il 25 aprile:"nessuna liberazione, niente da festeggiare"


Un dibattito maturato sulla ricorrenza del Trattato di Pace del '47, che qualcuno continua a ritenere iniquo, quando è stata anche la conseguenza di un Paese che ha in modo vigliacco tramite il fascismo, cagionato catastrofi, guerre,crimini che ancora oggi attendono verità e giustizia, ed aggressioni unilaterali senza neanche aver dichiarato formalmente guerra, come nel caso di Belgrado. Paese che ha determinato pulizie etniche, favorito per le sue politiche l'esodo, ancora oggi rimosso, di oltre 100 mila sloveni soprattutto, da terre che verranno poi "colonizzate" da gente proveniente soprattutto dal Sud Italia nell'ottica di quella italianizzazione forzata, che è stata una delle più grandi e becere operazioni delinquenziali mai accadute nel centro Europa e nell'Occidente, prima ancora delle politiche nefaste che verranno attuate dal nazismo. Il fascismo è nato nelle zone del Confine Orientale e nelle zone occupate dall'Italia subito dopo la prima guerra mondiale, prima della pagliacciata reazionaria della marcia su Roma, passando per l'intermezzo dell'occupazione di Fiume. E qui, ovviamente, la resistenza è nata prima che altrove, e la liberazione è avvenuta dopo il 25 aprile, ovvero il primo maggio del '45.  Ma la Liberazione vi è stata, ed è stata durissima. 
Un dibattito dove sono emerse delle dichiarazioni, come pubblicate dal Piccolo del 9 aprile 2017, di una gravità inaudita, di una interpretazione storica pazzesca. 

 «Noi non eravamo gli alleati degli alleati. Noi eravamo i perdenti». Il risultato? «La Costituzione italiana è nata senza il contributo delle province di Trieste e Gorizia. Non c’è stata nessuna Liberazione qui e quindi non c’è nessun 25 Aprile da festeggiare».


Posizione che vengono di norma assunte dai soliti nazionalisti estremisti ed ultras faziosi, dall'estrema destra, ma questa volta non è stato così.  E' vero che tecnicamente Gorizia solo nel settembre del '47 e Trieste il 26 ottobre del '54 verranno cedute all'amministrazione italiana, dopo una breve parentesi Jugoslava ed una più lunga del GMA ( governo militare alleato). Ma se non ci fosse stata la resistenza tra Gorizia e Trieste come l'abbiamo conosciuta, se non fosse maturata quell'alleanza ed unità tra italiani e sloveni e croati all'interno della resistenza, probabilmente si racconterebbe una storia diversa, e l'Italia non avrebbe avuto la Costituzione che oggi ha. Anzi, è proprio da quell'unità maturata tra italiani, sloveni e croati che si sono poste le basi per arrivare a creare una Europa unita nelle diversità, ideale massimo da preservare e difendere in ogni luogo e circostanza. Ma quale storia si insegna oggi alle nuove generazioni? Quali precetti si insegnano nelle scuole e nelle università? Che a Trieste e Gorizia non vi è stata alcuna liberazione? Che non vi è alcun 25 aprile da festeggiare? Il 25 aprile non è la festa del Risorgimento, non è festa nazionalista, è il giorno di riscatto dell'Italia,  è il giorno della liberazione dall'occupante nazifascista.

Marco Barone

Commenti

  1. I fatti storici avvenuti in queste zone, non possono essere considerati da un rancore nazional fascista che determina la non festività del 25 aprile, giorno scelto dallo stato.
    Certamente tutta l'Italia non fu liberata questo giorno. A Gorizia e Trieste ci sono state delle anomalie e molte di queste a livello politico, certo, ma non per questo da creare una reazione così.
    Certo, l'apertura all'Europa nata dai trattati romani, ha aperto la strada per togliere le sbarre alle frontiere, e le ronde militari che si susseguivano prima. Penso che questo sia stato un bene per questa parte di terre, liberata da uno stato di tensione.

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Una storia per bambini della scuola primaria nella giornata Mondiale della Gentilezza

Come calcolare capienza di una piazza durante manifestazione?

Bruxelles e le vetrine hot