Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Quelle volte che in Parlamento si è discusso di Udinese Calcio



L'Udinese è una delle squadre di calcio più antiche d'Italia, molto amata in Friuli, e con uno stadio all'avanguardia, anche se ha cambiato recentemente nome, per ragioni di sponsor, ma nel cuore dei friulani rimarrà per sempre stadio Friuli. Diverse volte è capitato, non per casualità, ma per diverse ragioni, di sollevare nelle aule del Parlamento alcuni problemi che hanno, nel bene o nel male, interessato l'Udinese calcio.

Tra i primi segnalo quando accaduto nel mese di ottobre del 1953.
Si interrogava il Presidente del Consiglio dei ministri ed il ministro dell’interno, per conoscere le ragioni per le quali veniva negato al calciatore svedese Arne Selmosson ingaggiato dall’Associazione calcio udinese il permesso di soggiorno in Italia per svolgere attività calcistica. "Chiedono, infine, gli interroganti se  in vista della particolare situazione del caso Selmosson, che non trova riscontro per le sue caratteristiche in altri casi del genere, ed  in considerazione che a seguito di esplicita dichiarazione della Federazione italiana gioco calcio in data 11 settembre, secondo la quale da parte della stessa nulla osterebbe per i1 rilascio del nulla-osta a giocare, 1’associazione calcio udinese ha perfezionato gli accordi a suo tempo intervenuti ed il Selmosson si trova attualmente in Italia, la Presidenza del Consiglio ed il ministro dell’interno ritengono di trasformare l’attuale permesso di soggiorno quale turista in permesso di soggiorno per svolgere attività calcistica."

Settembre 1955:
Nella seduta in Aula veniva invocato un provvedimento di clemenza "di cui dovrebbe beneficiare sia il Catania che l’Udinese, sia le squadre calcistiche eventualmente rimaste impunite; e ciò per ovviare al gravissimo stato di disagio in cui versa il calcio italiano e per smentire il diffuso convincimento che a carico delle suddette società sportive, sole rappresentanti nella divisione calcistica A della Sicilia e del Friuli, si siano adottati provvedimenti che non sono stati, viceversa, presi nei confronti di altre società, indicate dalla voce pubblica come colpevoli. I provvedimenti dei tribunali calcistici della F.I.G.C. hanno determinato uno stato di giustificata amarezza presso larghi strati delle popolazioni friulane e siciliane, che hanno visto i nomi delle città di Udine e Catania arbitrariamente coinvolte  in un perlomeno singolare procedimento pseudo giudiziario che, a parte le responsabilità  personali dei dirigenti delle società, colpisce immeritatamente la passione sportiva di quanti, all’oscuro di ciò che si andava facendo, alimentavano attraverso notevoli sacrifici lo sforzo agonistico delle squadre recanti i colori cittadini. "

Gennaio 1980:
in Aula si poneva la seguente interrogazione-"considerato quanto è accaduto domenica 6 gennaio 1980, durante l'incontro Udinese-Pescara, valevole per il campionato di calcio di serie A, allorché è apparsa - come è provato sia dai resoconti radiotelevisivi che dalla stampa sportiva - la palese insufficienza del direttore di gara a dirigere l'incontro - quali interventi di competenza intende promuovere verso le organizzazioni sportive CONI e la Federazione Gioco Calcio affinché sia evitato il ripetersi dei lamentati fatti e per sollecitare una maggiore collaborazione da parte di tutti - anche attraverso la designazione di direttori di gara preparati, capaci e sperimentati - onde consentire che le competizioni sportive siano momenti non solo di corretto e civile agonismo ma anche di rafforzamento del prestigio dell'idea e della professione sportiva".

Ma sono state diverse le interrogazioni emerse su vari aspetti e ne segnalo alcune.

Nella IX Legislatura si proponeva una interrogazione a risposta orale per conoscere l'opinione del Governo in ordine ai provvedimenti disciplinari emessi ne confronti dell'Udinese, nella XII Legislatura si interrogava il governo sulla questione della mancata trasmissione televisiva della partita di UEFA dell'Udinese: "l'Udinese calcio e' da sempre accompagnata dall'affetto e dall'incitamento di tutti gli abitanti della regione Friuli Venezia Giulia che tendono ad immedesimarsi nella loro squadra di calcio garantendo un seguito che oramai comunque travalica gli stessi confini regionali; attualmente non risulta all'interrogante che il servizio televisivo pubblico sia interessato alla trasmissione dell'evento sportivo che tanta attesa sta creando in Friuli; anche la gara di ritorno del 2^ turno della gia' citata "Coppa Uefa" che l'Udinese gioco' a Varsavia contro la locale formazione di calcio venne ignorata dalla Rai che garanti' esclusivamente la radiocronaca della partita..."

Marco Barone 

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