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Visualizzazione dei post da aprile, 2017

Maggio 1948: il primo treno d'Italia a Monfalcone dopo la guerra

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Poche ore dopo l'insediamento del primo Presidente della Repubblica, a Trieste, giungeva il primo treno d'Italia, dopo la fine della seconda guerra mondiale. Treno che passava chiaramente anche dalla stazione di Monfalcone, come testimonia un breve fermo immagine tratto dal prezioso video dell'archivio dell'Istituto Luce. Il video interessa l'i naugurazione della linea ferroviaria Venezia-Trieste. Fu un fatto storico di estrema importanza, un piccolo segnale di ritorno alla normalità in un Paese ridotto in macerie a causa della seconda guerra mondiale. Le ferrovie sono sempre state importanti nel nostro territorio, soprattutto grazie agli investimenti originari effettuati dall'Impero asburgico. Nel 1854 venne infatti aperta la linea da Trieste a Vienna  attraverso il Semmering. Il progettista fu il veneziano Carlo Ghega, a cui a Trieste è dedicata una via in città, linea di 14 gallerie, una delle quali raggiungeva la lunghezza di  ben 1431 m, con 16 viadotti e

Un primo maggio sotto il segno dell'antifascismo ricordando la liberazione di Trieste e Gorizia

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Ogni anno è sempre peggio. La società voluta dai partigiani è stata demolita, a partire dal diritto del lavoro, al lavoro. Oggi si è costretti, quando va bene, ad accettare un lavoro qualsiasi ed a qualsiasi condizione, c'è la crisi, dicono, prendere o lasciare ti ricordano. I Sindacati principali, pur con importante responsabilità, sono stati assenti, non hanno retto alle cannonate della "crisi". I valori storici della "sinistra" sono crollati. L'odio verso il diverso, l'intolleranza, la povertà, la libertà di stampa sempre più precaria, diseguaglianze sociali sempre più profonde hanno determinato una situazione dove da un lato i nazionalismi e dall'altro i neofascismi e neonazismi ritornano ad essere quello che son sempre stati, un mezzo per il capitalismo per spazzare via l'incubo socialista e comunista. Oggi il "pericolo" comunista e socialista non esiste più, esiste un conflitto all'interno del capitalismo, male assoluto de

La carta di Gorizia sulla storia del Confine Orientale

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Vista la centralità che Gorizia riveste dal punto di vista storico e la grande attenzione che sussiste per la storia in questa zona, penso sia arrivato il momento di ragionare su quella che ora io definisco come la Carta di Gorizia. Cosa intendo per ciò? Venne in passato realizzato un rapporto che analizzava le relazioni sloveno-italiane tra gli anni 1880 e 1956. Si tratta del frutto del lavoro di ricerca della "Commissione storico-culturale sloveno-italiana", protrattosi per ben sette anni, dal 1993 al 2000 Nel suo messaggio vi era " la consapevolezza che i contrasti avuti nella storia non devono trasformarsi in discordie del presente e oberare le relazioni del futuro". Lavoro che è finito chiuso in un cassetto, non è circolato nelle nostre scuole, e come ha detto Boris Pahor, ciò non ha reso onore alla nostra democrazia. La Carta di Gorizia non vuole coltivare la memoria condivisa, che è una mera offesa alla intelligenza della storia e delle persone, non esist

Aspettando la Commissione di inchiesta Parlamentare sulla morte di Pasolini

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Due proposte di Commissione di inchiesta Parlamentare sulla morte di Pasolini  il cui iter è ancora fermo nelle Commissioni, unificate, su iniziative di diversi deputati, che avrebbero come scopo quello di far luce, una volta su tutte, sulla tremenda morte di Pasolini.  Ucciso il 2 novembre del 1975 all'idroscalo di Ostia il cui omicidio, come si scrive nella premessa della relazione di accompagnamento "dalla dinamica non chiara, dai molti interrogativi irrisolti. Un corpo martoriato da corpi contundenti e un assassino che non è sporco di sangue. Un Pasolini atletico che non riesce a difendersi dal suo esile killer . Un plantare destro e una maglia verde trovati nella sua auto che non appartengono né a lui né al suo omicida. Più tracce di pneumatici sul luogo del delitto. Testimoni non ascoltati. Un caso chiuso troppo velocemente con l'addebito dell'esclusiva responsabilità a Giuseppe Pelosi, anche se ciò contrastava con quanto indicato nella sentenza di

I tre temi caldi della campagna elettorale a Gorizia: immigrazione,ascensore e centrale a biomasse

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Il cerchio è chiuso. I nomi dei candidati a sindaco sono stati tutti definiti e la campagna elettorale può entrare nel vivo, si spera. Si spera perchè fino ad oggi, salvo qualche iniziativa, sinceramente a Gorizia non sembra proprio di essere in campagna elettorale. Certo, ci saranno i manifesti elettorali affissi negli spazi pubblici, ma l'aria che si respira in città è in gran parte di indifferenza. Quali i temi caldi? I tre pilastri che hanno segnato il dibattito a Gorizia in questi ultimi anni. Il primo è certamente quello dell' immigrazione . Gorizia più di una volta è finita nelle cronache nazionali per i muri che qui sono stati politicamente eretti, con il sistema dell'accoglienza diffusa che non ha funzionato stante il fatto che la gran parte dei comuni tra alto e basso Isontino accolgono pochi migranti, se non in alcuni casi zero, ed il grosso è concentrato tra Gorizia e Gradisca.  Ma è Gorizia la città che ospita la commissione territoriale, nonostante si

Quali le giuste denominazioni in friulano delle località dell'Isontino?

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In Friuli Venezia Giulia in linea teorica dovrebbe essere garantito anche quello che viene definito come il ‘bilinguismo visivo’, con la giusta predisposizione della segnaletica interna bilingue e l’apposizione di indicazioni stradali recanti, accanto al toponimo italiano, il corrispondente friulano o sloveno. Se da un lato vi è stata una buona sensibilità in materia, specialmente nel cuore del Friuli, o nelle zone del Carso triestino per lo sloveno, lo stesso non può dirsi per diverse località che risultano essere fortemente menomate in tal senso. Come è noto nel 2014 ai sensi dell’articolo 11, comma 1, della legge regionale 18 dicembre 2007, n. 29, sono state approvate le denominazioni toponimiche ufficiali in lingua friulana e riportano due varianti, il friulano comune ed il friulano locale. Ed il detto articolo così recita: " La denominazione ufficiale in lingua friulana di comuni, frazioni e località è stabilita dalla Regione, su proposta dell'ARLeF, tenuto conto

Quelle volte che in Parlamento si è discusso di Udinese Calcio

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L'Udinese è una delle squadre di calcio più antiche d'Italia, molto amata in Friuli, e con uno stadio all'avanguardia, anche se ha cambiato recentemente nome, per ragioni di sponsor, ma nel cuore dei friulani rimarrà per sempre stadio Friuli. Diverse volte è capitato, non per casualità, ma per diverse ragioni, di sollevare nelle aule del Parlamento alcuni problemi che hanno, nel bene o nel male, interessato l'Udinese calcio. Tra i primi segnalo quando accaduto nel mese di ottobre del 1953 . Si interrogava il Presidente del Consiglio dei ministri ed il ministro dell’interno, per conoscere le ragioni per le quali veniva negato al calciatore svedese Arne Selmosson ingaggiato dall’Associazione calcio udinese il permesso di soggiorno in Italia per svolgere attività calcistica. "Chiedono, infine, gli interroganti se  in vista della particolare situazione del caso Selmosson, che non trova riscontro per le sue caratteristiche in altri casi del genere, ed 

L'Italia entro il 2065 rischia di perdere quasi 20 milioni di abitanti, con anche spopolamento enorme nel Sud

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Siamo un piccolo Paese, che ha raggiunto la soglia di 60 milioni di abitanti e che probabilmente non solo non supererà mai più ma che rischia di vedere con il binocolo per i prossimi decenni. Certamente viviamo in una società di 7 e passa miliardi di persone, siamo troppi, ma chi pagherà più di altri lo spopolamento saranno i Paesi poveri e tra questi vi è ovviamente anche l'Italia. Se il Sud rischia di vivere uno spopolamento pazzesco, nell'Europa, l'Italia è come il suo sud, vivrà uno spopolamento importante. Cosa comunica l'ISTAT?  "La popolazione residente attesa per l'Italia è stimata pari, secondo lo scenario mediano, a 58,6 milioni nel 2045 e a 53,7 milioni nel 2065. La perdita rispetto al 2016 (60,7 milioni) sarebbe di 2,1 milioni di residenti nel 2045 e di 7 milioni nel 2065. Tenendo conto della variabilità associata agli eventi demografici, la stima della popolazione al 2065 oscilla da un minimo di 46,1 milioni a un massimo di 61,5. La pro

E' necessario produrre una filmografia sulla resistenza e realizzare musei sulla sua storia

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I tempi son mutati ed è di fondamentale importanza, per non rischiare di essere sommersi dall'ignoranza, dal revisionismo storico, dall'indifferenza,  trasmettere i valori della resistenza anche attraverso strumenti e mezzi che ad oggi per ragioni a dire il vero incomprensibili sono stati poco utilizzati. Libertà, uguaglianza, fratellanza, pace, riscatto morale ed etico del nostro Paese, internazionalismo, diritti dei lavoratori, diritti delle donne, diritti civili, ovvero antinazifascismo. Concetti che quotidianamente vengono sistematicamente e metodicamente messi in discussione. E' vitale, per la memoria umana storica attivarsi in ogni ovunque per promuovere una filmografia sulla nostra resistenza, necessità che viene espressa non solo da storici, ma anche da scrittori, registi, e cittadini, nonché promuovere spazi museali affinché si possano raggiungere con maggiore facilità e coinvolgimento, anche emotivo e fisico, le nuove generazioni. Esistono musei di ogni tipo i

Quali i rapporti economici tra Italia e Corea del Nord?

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L'economia reale non conosce confini e frontiere e guerra o non guerra che sia, dittatura o non dittatura che sia, gli affari son sempre affari. I rapporti tra le aziende italiane e la Corea del Nord ci sono e sono importanti. A partire da alcune fiere, la Fiera Internazionale Commerciale di Pyongyang (multisettoriale) che si tiene due volte all'anno (maggio e ottobre).  Importiamo diversi prodotti dalla Corea del Nord ma è interessante guardare le esportazioni. Cosa si esporta dall'Italia principalmente in Corea del Nord? Articoli di abbigliamento (anche in pelle e in pelliccia), prodotti chimici, prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici, articoli in gomma e materie plastiche, articoli in pelle e simili, prodotti alimentari ed anche strumenti musicali.. (elaborazioni ICE su dati ISTAT). Sul sito del Ministero degli Affari Esteri a proposito della Corea del Nord si scrive che L’impegno italiano per la pacificazione e denuclearizzazione della

Attraversando Pordenone (foto)

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Ma se in Friuli Venezia Giulia si votasse per diventare Stato indipendente,cosa vincerebbe?

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Se c'è una regione dove l'Italia ed il sentirsi italiano ha veramente preso poco, questa è certamente il Friuli Venezia Giulia. Non è l'unica in Italia, basta pensare alla Sardegna, al Trentino-Alto Adige, alla Sicilia, al Veneto, ma se si facesse qualche analisi più approfondita forse la maggior parte delle regioni italiane si sentono poco italiane. Il Friuli Venezia Giulia ha conseguito il suo stato di autonomia grazie al plurilinguismo, dal friulano, allo sloveno, al tedesco, e poi vi sono diversi dialetti, dal bisiaco, al triestino ecc. Una terra che nel corso della sua storia ha conosciuto diversi domini, diverse appartenenze, alcune profonde come quella con la Repubblica Veneta, o l'Impero Austroungarico, altre di passaggio e da un secolo oramai vi è l'Italia. Che si è presentata nei peggiori dei modi fin dall'origine, perchè il nome dell'Italia è coinciso con la fascistizzazione di questa area, con tutte le brutalità che ne sono conseguite, e sa

Rinnovare il protocollo MIUR ANPI ed estenderlo anche all'ANCI

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Stipulato nel 2014, in scadenza nell'estate 2017, il protocollo MIUR ANPI non può non essere rinnovato. I rapporti tra l'ANPI, che conta circa 120 mila iscritti in tutta Italia e le scuole è sempre stato importante, anche a prescindere da protocollo del 2014. Ma il riconoscimento della collaborazione attraverso accordi e formalizzazione con il MIUR è ovviamente di una importanza ben evidente. Sono ancora pochi i partigiani rimasti in vita, i deportati politici, coloro che hanno conosciuto quel periodo storico difficile per l'Italia ma non solo per il nostro Paese. Le testimonianze, le memorie, i valori, sono stati trasmessi e raccolti da diverse generazioni che manterranno in vita una delle più grandi realtà associative italiane e di Europa anche quando l'ultimo partigiano non ci sarà più, perchè anche se verrà meno l'ultimo respiro dell'ultimo partigiano, non dovrà venir meno ciò che loro ci hanno lasciato, gli ideali che ci hanno lasciato, oggi giorno cont

Che sia un 25 aprile sotto il segno della pace, in tutti i Comuni esporre la bandiera della pace

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Uno dei precetti fondamentali che hanno caratterizzato la Liberazione e la Resistenza era quello di lottare per un mondo senza più guerra. Come ben sappiamo da quando esiste l'uomo nel mondo vi sono sempre state guerre, con motivazioni e cause diverse, ma sempre con gli stessi effetti. Passano gli anni ed i conflitti diventano sempre più malefici, distruttivi. Siamo all'interno di una terza guerra mondiale a pezzi,come ha detto il Papa, ma questi pezzi si stanno unendo, per quel puzzle, devastante, ed una volta compiuto non vi sarà più ritorno. Il 25 aprile deve essere anche il giorno dove rimarcare con forza il senso della pace, ancor di più nel contesto di oggi e sarebbe importante in tutti i Comuni d'Italia nei vari palazzi sede del Comune vedere esposta la bandiera universalmente accettata come simbolo della pace.  E' stato da pochi giorni pubblicato l'appello alla pace e di ferma condanna alla guerra dall'ANPI nazionale e dai principali sindacat

Il gruppo navale americano per la Corea del Nord è pronto. Le preoccupazioni dei famigliari

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Si è detto in queste ore che la portaerei Uss Carl Vinson insieme al gruppo di navi non era diretta verso la Corea del Nord, che ci sarebbero stati problemi di comunicazione e che in sostanza le pressioni di Trump contro la Corea erano solo un bluff. Bluff o non bluff, risponde il comandante che scrive ai famigliari del gruppo navale che guida, e le sue parole sono chiare: CSG-1 Families and Loved Ones, “I promised to keep you apprised of changes as soon as we knew and when we are authorized to communicate them. Our deployment has been extended 30 days to provide a persistent presence in the Waters off the Korean Peninsula. While all of us look forward to being connected with our friends and families, our nation requires us to be its flexible force, the away team, and as we have done time and time again through history, we won’t let her down now. Our mission is to reassure allies and our partners of our steadfast commitment to the Indo-Asia-Pacific region. We will co

Fuori: scaricata dal Sindaco Cisint la Fenice e dalla Serracchiani l'ex Sindaco di Monfalcone

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Minuto 23 del programma Fuori Roma dedicato al caso Monfalcone : Il Sindaco Cisint- " la lista civica che nemmeno siede in Consiglio comunale, è una polemica sterile”.  Minuto 37: Serracchiani, Presidente Regione FVG braccio destro di Renzi nel PD- " E' stato un grave errore che se l'avessi saputo avrei sconsigliato il Sindaco di fare". Paradossalmente due nemici politici si son trovati scaricati su due questioni diverse, ma all'interno dello stesso programma televisivo mandato in onda in tutta Italia. Il primo caso riguarda un gruppo Facebook locale, La Fenice, su cui è inutile sprecare commenti, ma il cui contributo per la vittoria del Sindaco della Lega Nord a Monfalcone è stato certamente importante stante anche il fatto che faceva parte dell'alleanza di liste a suo sostegno per non parlare della campagna mediatica fatta attraverso i social. Ma sin da dopo le elezioni si son registrati passi di allontanamento costanti, a nulla è se

FuoriRoma ed il caso Monfalcone sul servizio pubblico nazionale,un ceffone alla sinistra

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   Finalmente il caso Monfalcone è approdato sul servizio pubblico nazionale. Su Rai Tre, nel programma di Concita De Gregorio Fuori Roma . Da quando ha vinto le elezioni il Sindaco della Lega Nord, passata alla storia come il "Sindaco con le palle", diversi programmi si sono occupati del perchè della Caporetto della "sinistra" a Monfalcone, ma mancava il servizio pubblico. 47 minuti di programma, che hanno ben illustrato le motivazioni, hanno ben spiegato la situazione sociale sussistente a Monfalcone, città dei cantieri, nel senso, come è già stato detto più volte, che appartiene ai cantieri navali, alla Fincantieri. Perchè, nel bene o nel male ne ha subito le politiche a partire da quelle immigratorie e della delocalizzazione al contrario sul lavoro attingendo manodopera da certi e noti Paesi perchè le leggi del mercato lo consentono, la normativa europea ed italiana lo consentono ed i riflessi sono stati ingestibili, dove nessuno ne è uscito vincitore

Dalla svastica sulle rive dell'Isonzo al plurilinguismo

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Ora "fiume sacro ai popoli d'Europa" dicitura che ha fatto imbestialire i soliti quattro gatti nostalgici di un nazionalismo anacronistico, da antiquario, l'Isonzo è un fiume che continua a fare discutere. Da un lato emerge la peculiarità di questa zona, nei pressi di Gradisca. Un cartello dove si riporta anche in arabo il giusto comportamento da osservare.  D'altronde è proprio a partire dai divieti o dai regolamenti che si percepisce il tipo di frequenza che vi è in una data zona. E l'arabo è dovuto alla costante presenza di tanti richiedenti asilo presenti in zona. Una presenza che ha creato problemi ad alcuni, per i motivi ben immaginabili e che qui risparmio. Ma non risparmio quella meschinità che qualche distorto mentalmente, che ha problemi certamente di carattere esistenziale, ha voluto imprimere sulla riva dell'Isonzo. Un sasso ben visibile ed una svastica nera. Simbolo del male assoluto, simbolo del nazismo, bestialità pura che offende

Da quando Trump ha iniziato a giocare alla guerra è diventato un "bravo ragazzo" con i media prostituiti alla guerra

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Nazista, dittatore, fascista, pazzo, non è l'America. Votato da milioni di Americani, anche se non dalla maggioranza. Doveva impostare una politica in stile isolazionista. Doveva mettere in discussione la Nato, obsoleta. Doveva tante cose. Ma da quando ha iniziato a prendere i primi schiaffi, uno su tutti, il blocco della controriforma sanitaria, qualcosa è mutato. Arrivano finanziamenti pesanti per l'esercito. Ed iniziano a cambiare i rapporti internazionali. La Russia è ora se non un nemico poco ci manca, la Cina, che prima era il nemico numero uno, ora è diventata alleata pro tempore. Ma la cosa che più impressiona è da un lato il silenzio di tutti i grandi democratici da quando ha iniziato a mostrare i muscoli militari, ad attuare azioni che ben avrebbe adottato la Clinton, ed infatti non è un caso il silenzio che ad oggi arriva proprio da quel gruppo politico, almeno qui in Europa. Dalla buffonata della madre di tutte le bombe, che ha ucciso comunque, alla question

Ma se la rottura tra Stalin e Tito fosse avvenuta prima del '48 Gorizia sarebbe stata assegnata all'Italia?

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Sono il primo a riconoscere che la storia non la si scrive con i se, però è altrettanto vero che circostanze, cause, eventi, e determinate situazioni politiche possono favorire specifiche soluzioni piuttosto che altre.   Il destino della città di Gorizia era già stato deciso, ciò a prescindere delle manifestazioni a sostegno dell'italianità della città. E' assolutamente vero che  nel goriziano a manifestazioni pro Italia si aggiungevano quelle pro Jugoslavia ed i numeri erano seppur favorevoli alla causa italiana, quelli favorevoli alla causa jugoslava non furono irrisori, si parlerà di quasi dieci mila cittadini scesi in piazza per la Jugoslavia. Nel caso di Gorizia la differenza è che, in base alla cronaca come riportata da alcuni giornali dell'epoca, il 27 marzo del 1946, quelli che manifestarono pro Italia furono in prevalenza provenienti dalla città, quelli pro Jugoslavia dai sobborghi. La Stampa, quotidiano nazionale, del 27 marzo 1946, sottolineava che

Mettiamo in vendita il SUD Italia al miglior Stato offerente

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L'Italia è una ed indivisibile. Certo. Utopia. Non se ne può più di continuare ad assistere impotenti alla devastazione sistematica, continua, metodica che affligge come la peggior passione di Cristo il Sud Italia. Occasioni mancate, mille potenzialità, si potrebbe, avrebbe, condizionali lungi dal divenire certezze. Da quando l'Italia è stata unita, il SUD è diventato in gran parte terra di nessuno. Siccome l'Italia non è mai stata in grado di affrontare, figuriamoci risolvere, la questione meridionale che ha se non determinato certamente favorito e sostenuto, è impensabile che il popolo del SUD Italia da solo possa riuscire a sconfiggere un sistema corrotto e mafioso che ne ha minato profondamente le radici. L'Italia ha fallito. Il SUD è in una situazione perennemente emergenziale. Ed allora se non ci penseranno i meridionali a staccarsi dall'Italia mettiamolo in vendita il SUD Italia al miglior Stato offerente.  Almeno così ci togliamo un dubbio. Vediamo

Il divieto di esporre simboli della resistenza nel primo maggio a Trieste? Una buffonata inapplicabile

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Ad aprile 2016 Il Consiglio Comunale di Trieste respingeva la mozione del quartetto antijugoslavo, che invitava il Sindaco "ad adottare i provvedimenti in suo potere per evitare che anche il 1° maggio di quest'anno compaiano, lungo vie e piazze di Trieste, simboli e personaggi che si richiamano all'ex Jugoslavia e alla dittatura titina; a invitare preventivamente gli organizzatori della manifestazione ad attuare la necessaria vigilanza affinché la celebrazione della Festa del Lavoro non venga infiltrata da tali provocatori e a sensibilizzare in tal senso le Forze dell'Ordine". Ed ovviamente emergeva  l'ovvia e basilare incompetenza del Consiglio Comunale a trattare tale questione, che sarebbe stata una ingerenza incredibile. Cambia il colore politico dell'amministrazione e si arriva ad un dunque che è una grande buffonata storica e politica e totalmente inapplicabile. Come ha sottolineato Giovanni Tomasin sul Piccolo di Trieste del 14

Dietro il fascista più ingenuo c'erano crimini, dietro il partigiano più cattivo c'era un mondo di libertà

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Nella serata del 12 aprile a Staranzano  Marta Cuscunà, artista e partigiana dei nostri tempi, ha letto diverse lettere partigiane,  dove si toccavano vari aspetti, e tutte unite da un solo filo, umanità e libertà. I partigiani ancora in vita sono pochissimi e noi abbiamo ancora oggi la fortuna di poter conoscere e convivere con un pezzo fondamentale di storia della nostra Repubblica, del nostro tempo. Quando non ci saranno più, andrà via con loro l'ultimo respiro partigiano, ma rimarrà con noi la libertà che hanno conquistato. Tra i vari passaggi ha colpito molto un messaggio lasciato da un partigiano che può essere succintamente riassunto in questo modo:  Dietro il fascista più ingenuo c'erano crimini, dietro il partigiano più cattivo c'era un mondo di libertà Ed è assolutamente vero. Perchè anche dietro il fascista più ingenuo o buono o meno fascistizzato che vi potesse essere, questo faceva parte di un sistema profondamente criminale, delinquenziale, dalle

E' più corretto dire che Ronchi è stata friulana che dei legionari

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In una piccola ma complessa regione come quella del FVG, si registrano ancora oggi dei campanilismi pazzeschi, che minano in realtà le radici storiche, le specificità di questo complesso ma organico territorio che ha una storia unica nel panorama italiano. Il caso di Ronchi è certamente quello più emblematico, specialmente per le rimozioni storiche sostanziali che si sono affermate nel coso dei secoli, anche per colpa del nazionalismo estremo italiano.  Come è noto Ronchi in sloveno è chiamata Ronke, ed in friulano Roncjis. I rapporti con il Friuli sono stati importanti, anche se oggi incomprensibilmente rimossi, a partire dalla scoperta del suo nome. Ronchi venne citata per la prima volta nella donazione del 967 d.C. dell'imperatore Ottone I a favore del Patriarca di Aquileia. Atto che viene puntualmente celebrato e rimarrà sotto la sua giurisdizione per diverso tempo e quando questo venne soppresso il Territorio di Monfalcone fu aggregato ad Udine come tutta la parte vene

Ma abbiamo realmente paura della guerra?

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Guerra. Il mondo ha sempre conosciuto guerre, da quando esiste l'uomo sono sempre esiste le guerre. Ad esempio il mitizzato Impero Romano era fondato sulla guerra. L'Italia si è unita con le guerre, ha conquistato territorio con la guerra, ha aggredito con la guerra, sia nel primo che nel secondo conflitto mondiale, ed ha continuato nel tempo a sostenere azioni "umanitarie" che in realtà erano vere e proprie operazioni militari di guerra. La guerra è una costante della nostra società, non ne possiamo fare a meno, o meglio negli ultimi secoli è il capitalismo che non può farne a meno, fino a quando esisterà il capitalismo ci saranno guerre, e fino a quando ci sarà il capitalismo non ci sarà nessuna effettiva e piena democrazia. Siamo circondati da guerre, e chi fugge dalla guerra lo respingiamo o trattiamo come il peggior delinquente. Ma per aver paura di qualcosa, questo qualcosa lo si deve realmente conoscere. E noi la guerra non la conosciamo. Ne abbiamo perso m