C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

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    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

10 febbraio tra i martiri come Santo Zotico a Santa Scolastica protettrice contro i fulmini, ai martiri che non esistono,come quelli delle foibe

Sono diversi anni oramai che il 10 febbraio si "onorano" i martiri delle foibe. In tutta Italia vi sono piazza intitolate ai martiri delle foibe. Ma non esistono i martiri delle foibe, si può correttamente parlare di "vittime  gettate nelle foibe" ma non indistintamente, generalmente, e globalmente di martirio.
Non vi è stato alcun martirio religioso. E' dunque un concetto volutamente errato, fazioso, che ha voluto mettere il cappello dello spirito religioso ad una ricorrenza dove si è realizzato un frullato storico pazzesco. Per l'enciclopedia Treccani nel cristianesimo primitivo, per martire, si intendeva, "la parola che designò in un primo tempo gli apostoli, cioè i testimoni qualificati della vita e della resurrezione di Cristo; successivamente fu riferita a tutti coloro che attestavano la verità del cristianesimo, dando prova, in circostanze pericolose, di fede incrollabile; in periodi di persecuzione l’appellativo finì per essere riservato a coloro che sigillavano col sacrificio della vita la confessione della loro fede". Nell'uso moderno si intende "chi si sacrifica volontariamente, con piena coscienza delle pene o dei pericoli cui va incontro, per un motivo religioso, un alto ideale, una generosa causa e simili", oppure, in tono scherzoso, a chi si lamenta senza ragione. Dunque, in tutta Italia, per tale giorno, sono state riportate vie, piazze, totalmente sbagliate, poiché i martiri delle foibe non esistono. Andando, invece, a vedere i santi e martiri di questo giorno, vi è una elencazione molto particolare. Si ricorda il martire José Sánchez del Río un giovane cristero messicano, ucciso da un ufficiale governativo per non aver rinnegato la propria fede cattolica. I Santi Caralampo, Porfirio e Bapto, martiri, i Santi Zotico e compagni, martiri di Roma. Pare che subirono il martirio a Roma, fra la fine del III secolo e l’inizio del IV, si presume che siano sepolti sulla Via Labicana, ma chi fossero veramente non si sa,ma sono martiri. Vi è poi il controverso, per non dire altro, Alojzije Viktor Stepinac cardinale e arcivescovo cattolico croato, beatificato nel 1998 da papa Giovanni Paolo II. Arcivescovo di Zagabria dal 1937 al 1960 e cardinale accusato di collusione con il regime ustascia di Ante Pavelić, vi è poi il Beato Michele Beltoja, sacerdote e martire, i martiri di Angers sono un gruppo di 99 tra sacerdoti, religiosi e fedeli laici della diocesi di Angers giustiziati tra il 1793 e il 1794 durante i moti rivoluzionari, per arrivare a santa Scolastica anche di lei si sa poco, nota per essere stata la sorella di S. Benedetto, fondatore dell'Ordine Benedettino e del monachismo d'Occidente e viene invocata contro tempeste, piogge e fulmini. Sarà forse Santa Scolastica, con una bella tempesta, visto che in questo giorno funziona tutto al contrario, a rimettere le cose al giusto posto nel giorno più folle, dal punto di vista storico, stante il revisionismo come sussistente,che prima di tutto si accanisce contro le reali vittime che dovrebbero essere ricordate, poichè i morti non sono tutti uguali e non potranno mai esserlo? Altrimenti quanti martiri e santi si dovrebbero avere per questo 10 febbraio? Accendiamo ( è un modo per dire) un cero a Santa Scolastica...

Marco Barone

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