Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Che la Prefettura di Gorizia riveda il patrocinio ad una iniziativa dove si dice che il Trattato di Pace è iniquo





E sono 70. Sempre più vecchio, sempre contestato. E per diverse ragioni. Si va dall'indipendentismo triestino che ne rivendica la violazione, in merito al mai costituito TLT, tanto che ancora oggi periodicamente nei pressi di Duino, si possono trovare scritte, puntualmente cancellate, che richiamerebbero alla memoria il vecchio confine tra Italia e Trieste, provvisorio, come provvisorie sono state le amministrazioni che hanno caratterizzato anche il territorio goriziano. Gorizia che si appresta a vivere il suo secondo "ritorno" all'Italia, dopo la caduta con la disfatta di Caporetto, e la prima presa di Gorizia avvenuta nel 1916, ritornerà all'Italia nel 1918, per poi cadere in mano tedesca, nel noto Litorale Adriatico, poi ci sarà l'amministrazione provvisoria italo-slovena, poi il GMA, e con il Trattato di Pace del '47 ci sarà il secondo ritorno di Gorizia all'Italia. Italia che ne uscirà certamente ridimensionata, e la colpa e la responsabilità assoluta è stata del fascismo. Ma poteva andare certamente peggio al nostro Paese, che ha "perso" poco, ha pagato poco, rispetto alle responsabilità che solo la storia potrà giudicare e che lentamente giudica. Si avvicina il giorno del ricordo, ci saranno sempre le solite iniziative, delle solite realtà. Ma quello che ci si chiede è come può la Prefettura di Gorizia, dare il patrocinio, vista la comunicazione che circola in rete da parte dei promotori dell'iniziativa, alla iniziativa promossa dalla Lega Nazionale di Gorizia e ANVGD di Gorizia, quando nel loro manifesto si scrive, oltre alla non verità che vi è stata "una vera e propria pulizia etnica" in relazione all'esodo istriano, di cui si continuano a riportare cifre non veritiere, cosa che non è rispettosa del dramma che queste persone hanno certamente vissuto, soprattutto che il Trattato di Pace del 1947 è iniquo. La Prefettura, è l'ufficio territoriale di governo, è un organo periferico del Ministero dell'Interno, ha funzioni di rappresentanza generale del governo sul territorio ivi considerato. E' come se il Governo italiano partecipasse attivamente ad una iniziativa nella quale si legittima il concetto di iniquità del Trattato di Pace del 1947. Tale patrocinio, stante il quanto ora esplicato, è non solo improprio, ed inopportuno, ma politicamente e storicamente anche fuorviante rispetto al ruolo che la Prefettura, nei confronti della quale manifesto il mio rispetto, deve saper con equilibrio esercitare in un territorio difficile e complesso come il nostro e di confine. Meno stupore mi suscita il solito patrocinio del Comune di Gorizia. Il quale, per l'ennesima volta, si appresta tra le altre cose a ricevere la X^Mas con tutti gli onori, che come è noto non hanno mica combattuto per l'Italia, ma in nome e per conto di uno stato fantoccio che rispondeva alla Germania nazista di Hitler. E segnalo, a tal proposito, che l'ANPI e l'ANED provinciale hanno promosso un presidio storico proprio nella giornata del 21 gennaio con una motivazione semplice, ma profonda: "Il Sindaco della città di Gorizia, medaglia d’oro della Resistenza, non riceva in Comune i reduci della Decima Mas, alleata con i nazisti durante la guerra. Non si offendano i Caduti italiani e sloveni della lotta di Liberazione contro la dittatura".

Marco Barone 

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