C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

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    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

#WM1ViaggioNoTav è il libro che racconta la più grande forma di resistenza in Italia dopo il '45

Un viaggio che non promettiamo breve è probabilmente il libro più difficile che ha scritto Wu Ming 1. Senza togliere nulla al passato, questo libro è diverso dalla sua importante produzione letteraria. Perché non è un semplice libro, un semplice racconto, o saggio, o romanzo, ma è il libro, il primo in assoluto, che racconta e spiega come è nata, come si è formata, come continua, la più importante forma di resistenza in Italia dopo la fine della guerra di liberazione. 
Non è un caso che sarà proprio in un luogo sacro per i Wu Ming, sconosciuto ai più, dove si riuscirà a trovare la giusta via per scrivere e comporre l'enorme articolato e complesso organico puzzle di quello che su Twitter è diventato uno degli  hashtag più diffusi, #WM1ViaggioNoTav, di quello che ha attirato subito l'ira dei soliti poteri forti e di quello Stato che tramite le sue articolazioni ha manifestato la nudità dell'essenzialità della morte dello Stato di Diritto. Realizzare, giusta o non giusta che sia, il TAV è prima di tutto una questione di principio. Non si può cedere, non si deve cedere a chi dice no, a chi lotta per il no, a chi si oppone allo Stato. Ragionamenti tipici e propri del ventennio fascista. Metodi proprio del ventennio fascista. Ma che per semplicità ed opportunità vengono ricondotti a quella unità nazionale, nel nome del compromesso, che si affermò per combattere lo stragismo e terrorismo rosso in Italia, non quello nero, quello non deve mai essere citato, anche se è quello che ha procurato più vittime, più danni, più tutto in assoluto dopo la caduta del fascismo.
Reprimere l'idea, l'opinione, la partecipazione, la condivisione, colpire in via indiscriminata non uno per punirne cento, ma cento per punirne mille, senza limiti di età, in ogni luogo, in ogni circostanza. Assedio. Assedio che dura da oltre vent'anni. Che ha perso, che è stato sconfitto, perchè il Tav non si farà mai in quella già violentata zona d'Italia, ma lo Stato non si arrenderà. 
 
Il libro su questa forma continua di resistenza, attraversa varie zone d'Italia, mostra la brutalità della cementificazione selvaggia, del culto della grandezza, delle star del cemento, delle "calatravate", delle speculazioni che hanno unito mafie di diverso colore sotto il nome del loro dio il Tav. E' un libro politico, che ha una enorme responsabilità politica, che Einaudi ha voluto, difeso, e sostenuto. Un libro che è il libro sulla nuova resistenza che in Italia entrerà a far parte un giorno nei libri di storia, e che oggi è parte integrante della nostra vita quotidiana. E' libro che ha posto le basi per contrastare il revisionismo storico che si abbatterà un giorno contro il movimento No Tav. Un libro che ha trovato, come già succintamente ricordato, la sua illuminazione, nel luogo dove si è consumata una delle stragi naziste più infami e nascoste, al dirupo di Sabbiuno, dove si è scelto simbolicamente in cento il numero delle vittime, ma furono molte di più, ignoti, irriconoscibili, spariti e dispersi. Un libro per conoscere, capire, ed agire.
 
Marco Barone 


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