La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

Se Trieste è "ritornata" all'Italia lo si deve anche all'operato di Vittorio Vidali

E' stato uno dei personaggi politici di spicco contemporaneamente più odiato ma anche rispettato nelle zone di Trieste. Ancora oggi quando si parla di Vittorio Vidali sono più le cose non dette che quelle dette, ma nelle cose non dette vi è molto. Silenzio, ed andare oltre. Eppure Vittorio Vidali meriterebbe di essere conosciuto per il suo operato oltre i confini della "Venezia Giulia" è stato probabilmente il principale esponente ed agente dello stalinismo in Italia, e quando si parla di stalinismo, per comprensibili motivi, si elevano tremende critiche, che spesso sfociano nella condanna del tradimento dell'ideale comunista. Nella nota inchiesta che ha riguardato il Dossier Mitrokhin vi sono alcuni capitoli dedicati alla questione triestina. 
Diverse sono le schede e le relazioni dedicate a Vidali, di cui veniva riconosciuto l'assoluto dominio nell'ambito comunista ma anche i dissidi con alcune zone periferiche comuniste in città, ed in vari documenti viene definito come “pericoloso per l'ordinamento democratico italiano” ed etichettato come “ anti-italiano acceso comunista ed cominformista”. Peccato che Vidali, invece, si rivelerà essere tutt'altro che anti-italiano nella vicenda del confine orientale. Vidali, come si legge nella relazione, ritornato dal Messico, nel 1943 venne inviato in Italia dal Cominform in qualità di agente con lo scopo di organizzare “ bande partigiane” così venivano definiti nel 1960, ancora, i gruppi partigiani. Nel 1947 giunse a Monfalcone, nel momento in cui si afferma la parte più consistente dell'esodo dei cantierini, che proprio nel 1947, a ridosso della stipula del Trattato di Pace, ebbe la sua maggior consistenza, con la conseguenza che il territorio venne “svuotato” da tutti gli elementi comunisti filo-jugoslavi, e che potevano essere considerati come “ostili” alla realizzazione del Trattato di pace, che avrebbe assegnato Monfalcone e Gorizia all'Italia e su Trieste, portato all'affermazione del TLT, che in realtà mai si è formalmente costituito. Vidali è stato uno dei primi da "sinistra" a parlare,  in merito ai fatti del primo maggio del 1945, di occupazione jugoslava e non di liberazione di Trieste, o Gorizia o Monfalcone. Dopo 42 giorni di amministrazione provvisoria, con l'operato del comitato esecutivo italo sloveno, il territorio verrà governato dal GMA fino al 26 ottobre del 1954. Con la tremenda spaccatura che maturerà tra Tito e Stalin e le atroci conseguenze che ne deriveranno, si porrà definitivamente fine alla possibilità di realizzare il TLT. Dopo la nota risoluzione del Kominform  la situazione peggiorerà, perchè con la giusta internazionalizzazione di Trieste si rischiava di facilitare una influenza determinante a favore della Jugoslavia con il rischio che il TLT fungesse da futuro scivolo per Tito. E' anche vero che con una lettera, del 12 ottobre 1953, inviata alla Presidenza del Consiglio di Sicurezza dell'ONU, da parte dell'Unione Sovietica, si chiedeva l'ennesima convocazione del Consiglio di Sicurezza per discutere la questione della nomina di un governatore del Territorio Libero di Trieste . Il nome che veniva proposto era quello del colonnello svizzero Flueckiger ( o Fluckiger).  Ma queste sollecitazioni erano tardive e si ponevano soprattutto in un periodo storico successivo alla spaccatura tra Tito e Stalin e comunque Usa e Gran Bretagna in primis, hanno cercato sempre di non sostenere la realizzazione del TLT. Gli americani non avevano alcun interesse a sostenere il TLT ed il miglior modo di ostacolare una deriva comunista era non attuarlo consegnando Trieste all'amministrazione italiana, con un compromesso accettabile, con un Paese, che con lo sbarco in Sicilia dei "liberatori" americani, (con il quale hanno resuscitato la mafia), dipendeva e dipende tutt'ora dal sistema americano. Vittorio Vidali, con il suo operato, con il suo ritorno strategico, su mandato di Togliatti se non di Stalin, a Trieste ed in Venezia Giulia ha operato per l'italianità di queste terre e per evitare la  cessione alla Jugoslavia in modo politicamente determinate, e dunque quando il 26 ottobre del 1954 si celebra il ritorno di Trieste all'Italia, nel bene o nel male, andrà ricordato l'operato di Vittorio Vidale, Enea Sormenti, Jacobo Hurwitz Zender, Carlos Contreras, "Comandante Carlos"o semplicemente Vittorio Vidali.
 
Marco Barone 

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