C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

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    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

Fino a 2 anni di galera e 50 mila euro di multa per chi tenta conversione orientamento sessuale su minore

Arriva una giusta proposta di Legge a firma di diversi deputati, atto 4026, presentata il 5 settembre 2016, che vuole sanare una lacuna sussistente, tanto per cambiare, nel nostro Ordinamento. Il tutto parte dal noto caso di Leelah Alcorn. Il 28 dicembre 2014, un’adolescente transgender di Kings Mills, Ohio, ha scelto di gettarsi sotto un camion in corsa per mettere fine a una vita già fortemente segnata all’età di 17 anni. Come si legge nel testo della proposta "Leelah non aveva retto il rifiuto della sua famiglia di fronte alla scelta di dire la verità sulla sua identità, sui suoi sentimenti e la sua percezione di sé. Quando a 16 anni Joshua aveva chiesto ai suoi genitori l’autorizzazione ad iniziare quel percorso di transizione che l’avrebbe accompagnata a diventare ciò che sentiva a tutti gli effetti di essere, una ragazza, il padre e la madre non avevano voluto ascoltare le sue suppliche. Al contrario i due genitori, appartenenti a una comunità cristiana molto tradizionalista, avevano deciso di seguire ogni strada possibile per « curare » loro figlio, rivolgendosi a degli pseudoterapeuti specializzati nella cosiddetta « terapia di conversione dell’orientamento sessuale », una pratica stigmatizzata dalla letteratura scientifica e dal mondo accademico ufficiale. Oggi Leelah è diventata un simbolo per la comunità LGBTI ( lesbiche, gay, bisessuali e transgender e intersessuati). Anche Obama, nel 2015, ha sostenuto il progetto di legge  per bandire i  trattamenti di conversione dell’orientamento sessuale dei minori. D'altronde come ha denunciato la World Psychiatric Association ( WPA ) sono da considerarsi « antiscientifiche, non etiche, inefficaci e dannose », sostenendo la loro inefficacia scientifica e sottolineando i danni e gli effetti deleteri di questi trattamenti. La WPA, rileva anche che: "non vi è alcuna prova scientifica che l’orientamento sessuale possa essere modificato. Inoltre, le cosiddette terapie di conversione dell’omosessualità possono alimentare pregiudizi e discriminazioni e sono potenzialmente pericolose". E dunque all'interno di questa proposta di Legge emerge chiaramente che "chiunque, nell’esercizio della professione di psicologo, medico psichiatra, psicoterapeuta, terapeuta, consulente clinico, counsellor, consulente psicologico, assistente sociale, educatore o pedagogista, faccia uso su soggetti minorenni di pratiche rivolte alla conversione dell’orientamento sessuale è punito con la reclusione fino a due anni e con la multa da 10.000 a 50.000 euro." La condanna comporta la pubblicazione della sentenza e la confisca delle attrezzature utilizzate e non solo.  Bene. Ora non resta che attenderne l'approvazione, sperando che possa arrivare quanto prima.
Marco Barone

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