Via Sant'Ambrogio una via alla ricerca della sua identità

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Un tempo via del Duomo, o del Teatro, oggi via Sant'Ambrogio che porta lo stesso nome del duomo consacrato dopo i disastri della prima guerra mondiale nell'ottobre del 1929, pur senza il campanile che dovette attendere la fine degli anni '50 per essere battezzato. Una via che nel corso della sua storia è sempre stata da transito di merce e persone e che è diventata negli ultimi tempi il teatro dello scontro identitario di una Monfalcone alla ricerca del proprio equilibrio sociale. Perchè è evidente che a Monfalcone, terra di passaggio, da quando è diventata grazie ai Cosulich città dei cantieri, per questo contesa dal regno d'Italia all'Austria, per privarla dei suoi cantieri insieme al porto triestino, ha conosciuto quelle dinamiche proprie delle città portuali. Gente che viene, gente che va. Approdo e partenza di nuove identità. Dal Sud Italia, all'Asia, passando da quel centinaio di nazionalità che a Monfalcone stanno cercando il proprio equilibrio, ognuna ne

Chi non conosce la storia dell'ANPI farebbe bene a stare zitto

L'ANPI, che conta più di 100.000 iscritti, è tra le è tra le più grandi associazioni combattentistiche presenti e attive oggi nel Paese. Venne costituita il 6 giugno 1944, a Roma, dal CLN del Centro Italia, il 5 aprile del 1945, le veniva conferita la qualifica di Ente morale che la dotava di personalità giuridica, promuovendola di fatto come associazione ufficiale dei partigiani ed il 4 giugno 1945, con la liberazione del nord, venne costituita a Milano l'ANPI – Comitato Alta Italia. Il 27 giugno del 1945 il Comitato provvisorio dell'ANPI di Roma e il Comitato Alta Italia si fusero dando vita all'ANPI Nazionale. 
Questa associazione ha avuto un ruolo determinante anche per la nostra Costituzione. Ebbe una sua rappresentanza alla Consulta Nazionale i cui lavori si svolsero tra il settembre 1945 e il referendum istituzionale dell'anno successivo. Lo Statuto dell'ANPI è chiaro quando dice che ha come scopo quello di valorizzare in campo nazionale ed internazionale il contributo effettivo portato alla causa della libertà dall’azione dei partigiani e degli antifascisti, glorificare i Caduti e perpetuarne la memoria; far valere e difendere il diritto acquisito dei partigiani di partecipare allo sviluppo morale e materiale del Paese; tutelare l’onore e il nome partigiano contro ogni forma di vilipendio o di speculazione; mantenere vincoli di fratellanza tra partigiani italiani e partigiani di altri paesi, ecc. Non esiste l'ANPI giuliana. Esiste solamente l'ANPI. 
E' vero che esisteva l'organizzazione dei Partigiani Giuliani, e nel luglio del 1947 emerse una importante diatriba tra l'ANPI della provincia di Gorizia e l'Associazione Partigiani Giuliani. Con l'imminente ratifica del trattato di Pace i Partigiani Giuliani, come è storicamente noto, aderirono legittimamente alla VII Repubblica federativa Jugoslava, e l'ANPI evidenziava che, con riferimento al goriziano e monfalconese, queste terre sarebbero state “restituite alla Madre Patria” e l'ANPI in quel momento era l'unica associazione ad essere riconosciuta dalla Repubblica Italiana. Poi, il fatto che molti dell'associazione Partigiani Giuliani confluirono nell'ANPI è un fatto legittimo e proprio dello spirito inclusivo dell'ANPI e della storia della nostra resistenza. 
Nel 1944 si definiranno importanti cooperazioni tra il IX Corpus e le brigate Garibaldi ecc. Il 7 maggio del 1944, nel testo dell'accordo di collaborazione tra la brigata Garibaldi Friuli ed il Briski Beneski Odred, emerse a chiare lettere che, in merito alla questione dei confini "sono oggi lasciate in sospeso e rinviate dopo la vittoria comune solo le questioni dei confini e la sorte dei territori nazionalmente misti o che comunque possono essere oggetto di discussione”. Dunque i partigiani italiani e sloveni hanno combattuto insieme per restituire la libertà ai nostri popoli e se non ci fosse stata la resistenza Jugoslava forse oggi si racconterebbe una storia diversa. Poi, quello che è accaduto dopo il primo maggio del 1945 è altra storia. E comunque non ci si deve dimenticare che nel maggio del 1945 a Trieste per contrastare l'avanzata dei partigiani Jugoslavi e l'avvento del comunismo, i cosiddetti democratici cercarono accordi con i nazisti e la XaMas, cioè se da un lato combattevano i nazisti, dall'altro, sottobanco, come dimostrano documenti della CIA, cercavano accordi per fermare l'avanzata dei comunisti e dei partigiani. Pare che ultimamente vi sia la moda, da parte di qualcuno, nelle nostre zone, di non aver altro da fare che sparare a zero contro l'ANPI. Certamente l'ANPI è in fase di trasformazione, e non tutto forse funzionerà alla perfezione, ma merita, per la sua storia, assoluto rispetto ed è oggi l'ultima barriera contro le barbarie per la salvaguardia della nostra democrazia, nostre libertà e nostra Costituzione ed ha tutti i sacrosanti diritti di questo mondo di parlare nelle nostre scuole, anzi, il rapporto con le scuole va assolutamente rinforzato, cosa che provvederemo a fare.

Marco Barone

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