Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Una schifezza di proposta: Se l'alternanza scuola lavoro diventa condizione per essere ammessi agli esami

Era il 2002 quando il Ministro Moratti dichiarava: di fare della formazione professionale un'alternativa valida al canale scolastico: "I saperi di base previsti nel percorso dell'obbligo scolastico saranno rafforzati nell'istruzione e formazione professionale. I percorsi di eccellenza nell'istruzione professionale e tecnica confluiranno nei licei tecnologici ed economici, così da consentire l'accesso all'università. L'istruzione professionale di competenza regionale riguarderà tutti quei profili che saranno concordati con le Regioni e che dovranno mantenere gli attuali livelli culturali e professionali". Poi, come sappiamo, è arrivata la scellerata Legge 107 del 2015, una delle riforme più contrastate e contestate nella storia della Repubblica italiana in materia d'istruzione, arriva l'alternanza scuola lavoro come obbligatoria con un monte orario ben specifico anche nei sistemi liceali. E la proposta ultima è quella di renderla come condizione perchè si possa essere ammessi agli esami. La chiamano scuola delle competenze. Scuola del saper fare. Certo, come no. Saper pensare, ragionare, criticare, dire no, non è possibile. Devi non solo saper fare, come ti dicono di fare, ma saper eseguire. Ora, vi è sempre il tempo per imparare un lavoro, e soprattutto conoscere i tuoi diritti, cosa che a scuola e con questa scuola non accade e non accadrà. Il sistema dell'alternanza lavoro come pensato nella Legge 107 non può essere diviso dal contesto sociale, economico, nel quale ci troviamo. E' pericoloso. 
Esistono ordini di scuola precisi, che hanno segnato in positivo l'Italia, in tema di formazione professionale. Ma pretendere di estendere ovunque il sistema dell'alternanza scuola lavoro, in questo sistema sociale pessimo, è una bestemmia che lede il principio della scuola pubblica come luogo generale d'istruzione. 
La scuola non è una fabbrica.

Marco Barone

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