La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

Novecento Inedito a Gorizia: il 20 settembre mostra sulla rotta balcanica


Tra le varie iniziative di Novecento Inedito a Gorizia, il 20 settembre a Gorizia presso il Kulturni dom, verrà inaugurata la mostra fotografica di Stefano Lusa, che ha immortalato il tremendo viaggio dei profughi lungo la "rotta balcanica". Tale mostra è stata presentata a Capodistria nel maggio del 2016.  Gorizia è la prima tappa italiana, una città che ha conosciuto pessime politiche di non accoglienza, con il 2015 e parte del 2016 anno nero, dove si è registrato anche l'intervento di Medici Senza Frontiere. Purtroppo, come ben evidenziano questi tempi, è evidente a tutti che i profughi sono diventati il bersaglio facile da colpire, l'obiettivo facile e primario per una società in fallimento, che invece di guardare la luna ha puntato il dito contro la fascia sociale più debole e senza protezione alcuna. L'Italia, con la tragedia del terremoto di Amatrice, ha ben evidenziato, quando lo vuole, che la solidarietà è possibile, ma questa solidarietà va esercitata sempre e verso chiunque, senza badare alla provenienza territoriale della persona, al colore della pelle, al suo credo o non credo religioso, tutte le persone hanno diritto alla stessa dignità sociale, come previsto anche dalla nostra Costituzione.
Questa mostra, ed il dibattito che ne seguirà, vorrà essere uno stimolo per voltare definitivamente pagine a Gorizia, divenuta il simbolo in regione e non solo in regione, suo malgrado, in modo negativo, salvo il continuo operato del variegato mondo del volontariato che è andato ben oltre le sue possibili "competenze", sulle politiche di non accoglienza. Che hanno coinvolto diversi attori, non solo il Comune. Un mondo diverso non solo è possibile, ma anche necessario. Basta muri, basta reticolati, basta razzismi.

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