Maggio 1948: il primo treno d'Italia a Monfalcone dopo la guerra

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Poche ore dopo l'insediamento del primo Presidente della Repubblica, a Trieste, giungeva il primo treno d'Italia, dopo la fine della seconda guerra mondiale. Treno che passava chiaramente anche dalla stazione di Monfalcone, come testimonia un breve fermo immagine tratto dal prezioso video dell'archivio dell'Istituto Luce. Il video interessa l'i naugurazione della linea ferroviaria Venezia-Trieste. Fu un fatto storico di estrema importanza, un piccolo segnale di ritorno alla normalità in un Paese ridotto in macerie a causa della seconda guerra mondiale. Le ferrovie sono sempre state importanti nel nostro territorio, soprattutto grazie agli investimenti originari effettuati dall'Impero asburgico. Nel 1854 venne infatti aperta la linea da Trieste a Vienna  attraverso il Semmering. Il progettista fu il veneziano Carlo Ghega, a cui a Trieste è dedicata una via in città, linea di 14 gallerie, una delle quali raggiungeva la lunghezza di  ben 1431 m, con 16 viadotti e

La follia omicida di Monaco ed il blocco totale della città. Se l'Occidente è in paranoia

Dacca, Baghdad, poi Nizza, Parigi neanche a parlarne, se si chiede alla maggior parte delle persone quando sarebbero accaduti i fatti di Parigi, molti non ti sapranno rispondere, nonostante per settimane non si sia parlato che di ISIS e Parigi e siamo tutti francesi. Stesso discorso per i fatti di Bruxelles. E per quelli accaduti oltre i muri dell'Europa, meglio calare un pietoso velo di no comment. Insomma tutti fatti dimenticati, ed ora è il turno di Monaco e Monaco verrà presto dimenticata non appena accadrà un nuovo fatto e così via dicendo.
Ogni volta che si verifica una qualsiasi azione omicida quello che un tempo poteva essere un nerissimo fatto di cronaca, a cui i TG di tutto il mondo avrebbero dedicato qualche secondo, occupa per ore intere gli spazi della programmazione televisiva, dei media, della stampa. Vi è una fottuta paura dell'ISIS, è evidente, che pure dove non ha responsabilità alcuna, vince, pur essendo in una fase di debolezza più che evidente.
Vince perché si entra nel panico collettivo, vince perché si bloccano le città, vince perché si parla di loro per ore ed ore, vince perché le vittime vengono subito rimosse e dimenticate, vince perché si ha paura della propria libertà.
Vi è certamente una responsabilità, enorme, dell'intero panorama Occidentale della comunicazione. Che agisce sempre con gli stessi schemi e dove tutti oramai sono esperti di strategie militari. Si parte con il dubbio, con insinuazioni, con chi si divide sperando che sia l'ISIS, e chi, invece, no, ognuno con le proprie banali e scontate motivazioni che spesso rispondono al proprio orientamento politico. 
E poi le solite considerazioni, non rinuncio alla libertà, per, si deve rinunciare alla libertà per. 
Così come curioso è che, quando emergono dubbi sul fatto che l'azione di Monaco possa essere propria di una persona con sentimenti neonazisti o neofascisti, mai si dice neonazismo o neofascismo, ma si parla di estremismo di destra, di persona intollerante, xenofoba, così come mai si dice razzista. 
Ma anche il sistema della sicurezza implode. Monaco è stata letteralmente bloccata per diverse ore. Metropolitana bloccata, treni bloccati, strade chiuse e gente bloccata a casa. Per cosa? Un folle,e di giovanissima età, forse malato di quella follia che non si è riuscita a curare nelle dovute sedi, che ha compiuto un tremendo gesto tipico di quelle azioni diaboliche che spesso accompagnano la cronaca nera americana. Il problema è dato certamente dalla facilità della diffusione delle armi. Su cui nessuno dice nulla. Il problema è dato da una società che ha perso ogni contatto con il mondo sociale. Ma anche da una società paranoica, comprensibilmente paranoica che ha prodotto un mostro dal quale non riesce più a difendersi, ed è questo il vero punto della questione. Viviamo una perdurante situazione collettiva di paranoia.

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