Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Il Comune di Aiello del Friuli diventa città della pace

Noto come il paese delle meridiane, Aiello del Friuli, ora diviene città della pace. Questo è stato uno dei primi atti compiuti dal nuovo Sindaco Bellavite Andrea. 
Il 12 ottobre del 1986 si provvedeva alla costituzione del Coordinamento Nazionale Enti Locali per la Pace quale associazione non riconosciuta sino alla data del 2100, e gli scopi da perseguirsi sono, in dettaglio: Operare per una generalizzazione di una cultura di pace mediante l'approfondimento e la riflessione sulle tematiche della pace, così come previsto anche dalla vigente legislazione regionale in materia; Promuovere le iniziative di solidarietà rispetto a tutte le situazioni che possano compromettere il processo di pace (richiamo alla legge sulla cooperazione);Operare in collaborazione con le Istituzioni Scolastiche ed Universitarie, le agenzie educative e le associazioni della Società civile; Assicurare il collegamento con il Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace e favorire la partecipazione degli Enti Locali del Friuli Venezia Giulia alle Conferenze nazionali ed internazionali indette sui temi di interesse; Realizzare un archivio regionale delle attività per la pace degli Enti Locali; Promuovere il Coordinamento Regionale e lo sviluppo di iniziative comuni, lo scambio di informazioni ed esperienze tra gli Enti Locali impegnati sui diversi problemi della pace; Promuovere l'adesione del maggior numero possibile di Enti Locali al Coordinamento Regionale; Diffondere e far conoscere la propria attività. E dunque Aiello del Friuli è ora Città per la pace e verrà anche istituito un apposito “Ufficio per la pace” con il compito di promuovere, con quanti si renderanno disponibili, la cultura della pace e dei diritti umani mediante iniziative culturali, di ricerca, di educazione e di informazione che tendano a fare del territorio comunale una terra di pace; e si provvederà anche a realizzare un apposito capitolo di Bilancio denominato “Interventi per la promozione di una cultura della pace”.  

A tale rete il Comune di Aiello, per motivi economici, pur essendo irrisoria la quota di iscrizione, non aveva più aderito, ma ora si cambia pagina.  Sono una trentina i Comuni del FVG che fanno parte di questa rete, tra i capoluoghi di provincia vi è solo Udine, non hanno aderito né Gorizia né Trieste né Pordenone, tra le località più importanti vi è anche Monfalcone, Ronchi, Aquileia e tanti altri. Insomma un bel modo per cominciare ad Aiello sotto il segno della comunità e di quei valori che tanto vengono richiamati a livello di retorica, come fratellanza, libertà, uguaglianza, solidarietà, giustizia, pace, che poi nella realtà pratica delle cose si perdono. Ma sono certo che ad Aiello non si perderanno specialmente in un contesto storico difficile come quello presente, ove tutti sono contro tutti nel nome dell'intolleranza, del razzismo, dell'odio,  dei neofascismi e neonazismi che ritornano con prepotenza e violenza. E dove la non consapevolezza, l'ignoranza, rischiano di diventare complici delle peggiori nefandezze che hanno massacrato l'umanità nel '900. 

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