Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Provincia di Gorizia e Trieste, perché non sono state "commissariate"?



Una delle poche cose decenti che ha fatto la Regione del FVG è stata la chiusura delle Province, purtroppo tale positività è stata annullata dal disastroso sistema delle 18 UTI. Ora, visto che sia per Gorizia che per Trieste i mandati elettorali sono scaduti, non si capisce per quale motivo non siano stati nominati dei commissari per gli ultimi adempimenti. Invece si è deciso di prorogare le funzioni di questi organi sino a dicembre del 2016. E' vero che vi sono varie incombenze da perseguire, ad esempio sono circa 243 i dipendenti coinvolti negli spostamenti dalle tre Province alla Regione, di cui 48 provenienti dalla Provincia di Gorizia, 115 e 80 rispettivamente da quelle di Pordenone e Trieste. Ma per fare ciò non è necessaria la politica, vi sono i sindacati, vi sono delle leggi, ed il tutto può essere gestito tecnicamente. Insomma questa proroga lascia a dir poco perplessi ed anche indignati,così come indignati e perplessi ha lasciato la proroga come avvenuta in passato per Pordenone, in un momento sociale dove l'antipolitica è sempre più forte e queste situazioni altro non fanno che inasprire sentimenti di ostilità. Lo stesso discorso dicasi per i Comuni che hanno visto i mandati prorogati, a causa del referendum della fusione. I mandati elettorali hanno una data di inizio e fine, punto. Quando si va oltre la palla deve passare ai tecnici, per rispetto delle regole del gioco e della democrazia rappresentativa e di tutti i cittadini.


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