Il tempo si è letteralmente fermato alla stazione di Miramare di Trieste

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Un gioiellino liberty di epoca asburgica, che consente di arrivare al castello di Miramare, attraversando il polmone verde di Trieste, che affascina il viaggiatore, perchè il tempo si è fermato in via Beirut, a  Grignano come in nessun altro luogo a Trieste.  Un gioiellino che è ora chiuso, ora aperto, ma che necessita di essere valorizzato, riqualificato. Purtroppo già in passato preso di mira da azioni di vandali, ragione per cui venne eliminato il glicine che caratterizzava la pensilina esterna, preso di mira con vandalismi che hanno comportato spese per migliaia di euro da parte di RFI per effettuare interventi di restauro di natura  conservativa. Quella piccola stazione affascina e non ha eguali in Italia, ed è auspicabile che si possano trovare le risorse, gli intenti, la volontà, per farla ritornare ai fasti di un tempo. Purtroppo il tempo fa il suo corso e dei lavori di manutenzione sono necessari per ripristinare quel bene storico che viene invidiato da chiunque si soffermi a

Camminando nella sera del 24 marzo per le vie di Belgrado

Splende la luna sul cielo di Belgrado. Regna la luna sovrana sul maestoso palazzo del Parlamento serbo.
Una fila di immagini, nomi, cognomi, età. Vittime. Tante vittime. Ma la voce sarà univoca. Contro l'UCK e la NATO. Vi sarà anche qualche foto con il volto di Putin ed a sostegno di Putin nei volantini che troverai per terra. D'altronde la NATO è il nemico, cosa aspettarsi in una Belgrado sempre più vicina a Mosca? In una Belgrado colpita a morte dalle bombe del democratico ed umanitario Occidente?


La NATO è il nemico. L'Occidente nella sera del 24 marzo del 1999 ha avviato una enorme campagna di guerra contro la Serbia, contro Belgrado. Cammini per le strade di Belgrado. Città viva, città colpita da più guerre, da più bombardamenti. Ma si è sempre ripresa. Città che non dimentica. Tante librerie, tanti negozi chiusi, palazzoni enormi, e vita fino a tarda sera. Arriva la notizia, in questo 24 marzo del 2016 della condanna di Karadzic colpevole di genocidio. Passerà una macchina più volte, per le vie di Belgrado, con l'immagine di Karadzic, e musica patriottica.  E sarà musica patriottica, con costumi tradizionali, e bandiere serbe, a raccogliere un centinaio di manifestanti nel centro di Belgrado, in questo ennesimo anniversario, che qui non verrà dimenticato, e che l'Occidente, Italia inclusa, corresponsabile, ha rimosso. Cammini per le strade di Belgrado e ti domandi, ma come è stato possibile?
Bombardare Belgrado? Sirene, urla, sangue, esplosioni, quando andava male, e quando andava bene le bombe venivano sganciate nella profondità del mare, o dei laghi. Perché gli aerei decollati dall'Italia non potevano mica atterrare con quelle bombe. Hanno scaricato sulla Serbia una quantità impressionante di bombe. In pochi mesi, pari a quelle usate per demolire la Germania nazista.




Cammini per Belgrado ed ascolti canti patriottici. Nazionalismo. Quelle bombe della Nato hanno ammazzato la Serbia due volte, solo la Jugoslavia di Tito era riuscita nell'unione dei popoli. Quella Jugoslavia è stata demolita, è stata distrutta, e riconsegnata ai nazionalismi ed alle destre. I Balcani forti, una Jugoslavia unita e forte e comunista non doveva esistere alle porte dell'Europa, perché ne minava l'essenza. Così come oggi una Europa forte ed unita non deve esistere, perché mina la potenza economica dell'America.  Il gioco si ripete, ma questo volta, il carnefice diventerà vittima di quel destino diabolico che non dimentica e non perdona. Camminando nella sera del 24 marzo per le vie di Belgrado, pensi solo, maledetta sei tu guerra e maledetti voi che l'avete sostenuta ammazzando una città ed un Paese intero.

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