Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Nella scuola oltre un milione di dipendenti e per l'80% circa sono donne

Anno di riferimento 2014, nella scuola risultano un totale di 1.038.606 dipendenti, di cui 821.144 donne e 217.462 uomini. Sono solo 17.078 i lavoratori che hanno conseguito un titolo post laurea e sono quasi esclusivamente donne. Sono ben 448.928 i dipendenti della scuola ad essere laureati, 439.211 ad aver il titolo di licenza media superiore, e 130.592 ad aver ultimato la scuola dell'obbligo. 1.483 coloro che hanno conseguito una laurea breve. Dunque su un totale di 3.252.935 dipendenti nella Pubblica Amministrazione, la scuola è quella che svolge la parte da leone in tal senso. Interessanti anche i dati che riguardano la mobilità. La Scuola registra una mobilità in entrata pari quasi allo zero, ed è anche minima quella in uscita, rispetto a quello che accade nei diversi comparti della complicata macchina della PA.
L'analisi come pubblicata il 4 febbraio 2016 riguarda gli aggregati "personale stabile" (personale con rapporto di lavoro a tempo indeterminato comprensivo dei dirigenti a tempo determinato che ricoprono posizioni dirigenziali non riconducibili ad esigenze temporanee dell’amministrazione) e "altro personale" (docenti Scuola ed AFAM a tempo determinato con contratto annuale e con contratto fino al termine dell'attività didattica ed alcune particolari categorie di personale non pienamente riconducibili alla definizione standard di "lavoro pubblico" , come i direttori generali, i contrattisti, i volontari e gli allievi delle Forze armate e dei Corpi di polizia). Sono esclusi i lavoratori flessibili (tempo determinato, formazione lavoro, somministrazione) e i lavoratori socialmente utili.
Dunque, come già denunciato più volte, nella scuola esiste una condizione chiara ed inequivocabile di condizione di lavoro femminile. Ma di questa condizione se ne tiene realmente conto?
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