La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

In provincia di Gorizia diverse misure cautelari su disposizione della DDA


Recentemente è stato lanciato l'allarme sulla questione mafie ed in particolar modo sull'attenzione della 'ndrangheta, che spadroneggia nel campo della cocaina, in provincia di Gorizia, territorio che vive una grande depressione a livello sociale ed economico e dove l'attenzione della criminalità organizzata sussiste.  La Polizia di Stato e l’Arma dei Carabinieri hanno eseguito, nelle prime ore del 21 ottobre, una decina di misure cautelari nell’ambito di una vasta operazione antidroga avviata in provincia di Gorizia. Analoghe misure, per un totale di 51 ordinanze emesse dalla D.D.A. di Milano, sono state eseguite in altre province italiane. Dal comunicato reso noto dalle autorità emerge che "i  fatti risalgono ad una sera del marzo 2010 quando, durante un intervento per lite in famiglia a Grado (GO), un uomo confessò che la sua particolare esagitazione era dovuta al consumo di cocaina indicando altri consumatori e fornitori. Da lì iniziò un’attività d’indagine, indirizzata nei confronti del soggetto che effettuava viaggi da Milano verso la provincia di Gorizia trasportando la cocaina all’interno di un vano nascosto ricavato al posto dell’airbag lato passeggero della sua Mini Cooper, per poi venderla a consumatori locali. Il suo arresto in flagranza di reato avvenne il 24 aprile successivo, allorquando P.P. fu fermato proveniente da Milano alla guida della sua Mini Cooper; con sé aveva 40 grammi di cocaina e 14.000 euro in contanti. Fu la svolta verso il livello superiore, quello dei fornitori milanesi inseriti in un vasto giro coinvolgente un gran numero di persone, contemporaneamente indagate anche da altri Uffici.(...)". L’indagine prese il nome di “Cooper”, dal nome della vettura utilizzata e il suo nascondiglio segreto.  Da quei fatti è intercorso del tempo, necessario allo sviluppo delle attività investigative, alla raccolta degli elementi ed al magistrato della D.D.A. di Milano per formulare la sua richiesta con ben 189 capi d’imputazione al G.I.P. emittente le misure cautelari eseguite nella mattinata del 21 ottobre 2015. Insomma una operazione di grande rilievo e che conferma la problematicità sussistente anche in FVG e nel goriziano su tale questione, che non può più continuare ad essere sottovalutata dalla politica in primo luogo. Così come da approfondire sono i legami che possono sussistere tra il goriziano e l'area del milanese ove la 'ndrangheta e non solo esercita un dominio a dir poco inquietante. 

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