La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

Nasce l'UTI Carso Isonzo Adriatico


Saranno dieci Comuni della costituenda Unione TERRITORIALE INTERCOMUNALE CARSO ISONZO ADRIATICO – MEDOBČINSKA TERITORIALNA UNIJA KRAS SOČA JADRAN in rappresentanza di 73.339 abitanti del territorio dell’Unione medesima. I Comuni interessati sono i seguenti: Doberdo del Lago, Fogliano-Redipuglia,Grado, Monfalcone, Ronchi, Sagrado, San Canzian d’Isonzo, San Pier d’Isonzo, Staranzano,Turriaco. Dunque quella che doveva essere l'UTI del Basso Isontino, cambia nome in tal modo.
Risulta che la bozza dello Statuto e dell'Atto costitutivo abbia avuto il solo voto contrario del Comune di Fogliano- Redipuglia, e l'astensione di Turriaco. Le citate Unioni dovranno costituirsi entro questo autunno, ovvero non oltre il 30 ottobre, e nel 2016 prenderanno avvio nella gestione associata dell’UTI solo le funzioni così dette obbligatorie. Si registra un sistema di favore solo per il Comune di Grado, stante il suo essere Comune a regime turistico, il quale continuerà ad esercitare la: gestione del personale e coordinamento dell’organizzazione generale dell’amministrazione e dell’attività di controllo; attività produttive, ivi compreso lo Sportello unico; gestione dei servizi tributari; servizi finanziari e contabili, controllo di gestione; opere pubbliche e procedure espropriative; pianificazione territoriale comunale ed edilizia privata ecc. 
Invece, i restanti Comuni delle UTI, vedranno le loro funzioni così suddivise ed esercitate tramite gli uffici dell'Unione, ponendo praticamente in buona parte fine all'autonomia dei singoli Comuni: dal 1 gennaio 2016: programmazione e gestione dei fabbisogni di beni e servizi in relazione all’attività della centrale unica di committenza regionale; servizi finanziari e contabili, controllo di gestione;dal 1 gennaio 2017:procedure autorizzatorie in materia di energia; organizzazione dei servizi pubblici in interesse economico;dal 1 gennaio 2018: opere pubbliche e procedure espropriative; pianificazione territoriale comunale ed edilizia privata. gestione dei servizi tributari.
Invece,esercitano in forma associata tramite l’Unione le seguenti funzioni con le decorrenze ivi indicate: sistema locale dei servizi sociali, statistica; elaborazione e presentazione di progetti a finanziamento europeo; catasto, ad eccezione delle funzioni mantenute in capo allo Stato dalla normativa vigente; pianificazione di protezione civile e coordinamento dei primi soccorsi; dal 1 gennaio 2017: gestione del personale e coordinamento dell’organizzazione generale dell’amministrazione e dell’attività di controllo; polizia locale e polizia amministrativa locale; attività produttive, ivi compreso lo Sportello unico; dal 1 gennaio 2018: edilizia scolastica e servizi scolastici; programmazione e pianificazione territoriale di livello sovracomunale. L’Unione avrà la propria sede legale presso il Comune di Monfalcone e come si evince sin dalla intitolazione pare riconoscere i giusti diritti previsti dalla legislazione vigente in materia di tutela della minoranza linguistica slovena anche se nella parte finale della bozza dello Statuto si legge che  “il presente statuto e redatto, oltre che in lingua italiana, anche in lingua slovena. Fa fede legale in ogni caso il testo in lingua italiana”. Non passa inosservata la disposizione che vuole che "ciascun Sindaco esprime in Assemblea( che è l'organo più importante dell'UTI) un voto". Dunque, passaggio migliorativo rispetto all'articolo 13 della Legge Regionale del 2014 che disciplina le UTI  che vede variare il numero di voti dei Sindaci in relazione alla grandezza del proprio Comune e questo è dovuto certamente alle diverse contrapposizioni emerse che ben evidenziavano la palese anti-democraticità anche di tale questione.
Insomma è in corso una vero stravolgimento della vita politica ed amministrativa nella nostra regione che cambierà in modo radicale i rapporti tra cittadinanza e Comune, che nella migliore delle ipotesi avrà il ruolo di un semplice filtro o sportello e nella peggiore delle ipotesi un semplice simbolo privo di qualsiasi consistenza di autonomia ed indipendenza, senza dimenticare l'imponente ruolo riconosciuto al Sindaco, e l'azzeramento totale delle opposizioni. D'altronde si tratta di una Legge pessima, nata male, che molti giuristi hanno ritenuto essere semplicemente incostituzionale, realizzata con metodi fortemente decisionisti e che ben rispecchia il sistema di accentramento di potere oggi esistente, che prima o poi verrà, democraticamente, rispedito al mittente. Non aderire alle UTI comporta la "democratica" riduzione delle spese del 30% da parte della Regione. E' probabilmente su questo che si deve ragionare, capire se i Comuni possono permettersi un simile taglio, come compensare eventualmente tale voce, che potrebbe aggirarsi intorno, più o meno, alle 500 mila euro annue, anche per una questione di principio, di metodo e di democrazia. Certo, non si vive solo di principi, ma un segnale concreto bisogna pur darlo, senza dimenticare che nessuna partecipazione reale delle comunità vi è stata, nessuna comprensione reale di tale allucinante Legge regionale vi è stata, stante anche la sua complessità. Sarebbe stato opportuno, nell'attesa di capire se mai avrà luogo il referendum abrogativo, di avviare almeno una consultazione preventiva su tale questione, senza delegare il tutto alla voce del singolo Sindaco o Consiglio Comunale,specialmente in merito alla questione del taglio del 30% e capire la sua consistenza. Perché, son certo, che senza quel tipo di penalizzazione, probabilmente diversi Comuni, sicuramente non avrebbero aderito. Insomma pensando a Ronchi, vede la sua sopravvivenza essere minata da un lato dal referendum e dall'altro lato dalle UTI, brutto momento storico per il suo essere secolare Comune.

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