La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

Il Comune di Gorizia autorizza lapide per i partigiani al Piazzale delle Milizie, ma i costi sono a carico dell'ANPI

Con delibera del 23 luglio 2015 la giunta del Comune di Gorizia, è intervenuta sulla richiesta dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia – Vsedrzana Zveza Partizanov Italjie (ANPI – VZPI) e dell’Associazione Volontari della Libertà (AVL) di Gorizia, finalizzata a collocare sul lato destro del cancello d’ingresso del Piazzale delle Milizie in Castello, di proprietà comunale, una lapide a memoria recante l’indicazione del luogo di esecuzione di partigiani e antifascisti, italiani e sloveni, durante gli anni di occupazione della città da parte dell’esercito nazista, ai quali l’Amministrazione comunale ha posto, nelle carceri di via Barzellini e sulle mura del Castello, targhe in ricordo nella ricorrenza del ventesimo della Resistenza in Italia, nell’aprile del 1964. L’indicazione per la quale si chiede la collocazione porrà termine all’effettiva invisibilità sulle mura del Castello, causata dalla permanente chiusura dell’accesso al piazzale delle Milizie e dalla posizione della stessa sul lato non visibile e comunque difficilmente raggiungibile alla parte della parete nord del Castello, dell’accesso ristretto tra la stessa parete e il Teatro Tenda.
Cosa  che è stata denunciata per diverso tempo dall'ANPI, inclusa la dicitura assolutamente generica e per nulla esplicativa della lapide ivi considerata.
La Giunta ha autorizzato la collocazione sul lato destro del cancello d’ingresso del piazzale delle Milizie in Castello, con le seguenti prescrizioni come anche dettate dalla Sovrintendenza per i beni architettonici e paesaggistici del Friuli Venezia Giulia: che l’apparato murario non venga manomesso e che i tasselli siano inseriti nelle fughe esistenti; - il cantiere dovrà essere predisposto al libero accesso ai funzionari della Sovrintendenza per l’esercizio dell’alta sorveglianza dei lavori; - ogni circostanza che modifichi i presupposti – congetturali o di fatto – sui quali l’autorizzazione si fonda dovrà essere immediatamente notificata alla Sovrintendenza. 
Eventuali varianti di progetto, anche di modesta entità dovranno essere preventivamente approvate ai sensi delle medesime disposizioni nonché ogni necessario adempimento in ordine amministrativo, tecnico e finanziario, sollevando il Comune da ogni onere e responsabilità. Tutte le spese per la realizzazione dell’opera nonché per la sua manutenzione stanno totalmente a carico della Associazione Nazionale Partigiani d’Italia – Vsedrzana Zveza Partizanov Italjie (ANPI – VZPI) e della Associazione Volontari della Libertà. Dispiace constatare che il Comune di Gorizia non abbia voluto sostenere o condividere parte della spesa, anche per una questione morale, etica e di principio. Forse se la lapide da collocare avesse riguardato non partigiani ed antifascisti italiani e sloveni, ma nazionalisti italiani, combattenti per l'italianità di Gorizia, le cose sarebbero state diverse. Chissà.
Intanto, il 12 settembre 2015, a Gorizia, ci sarà la cerimonia di scoprimento della targa e l'ANPI ricorda: Dal dicembre 1943 alla metà di aprile del 1945 i nazisti ed i fascisti fucilarono oltre 50 partigiani e antifascisti italiani e sloveni, catturati durante le azioni belliche, nei rastrellamenti o per delazione. Portati al carcere goriziano di via Barzellini e spesso torturati,venivano sommariamente processati al Comando tedesco presso la Prefettura. Poi, caricati su un camion coperto, perché la popolazione non li potesse vedere, erano portati in un cortile del Castello e fucilati. E' un episodio su cui da anni è scesa una coltre di silenzio: ancora oggi non si conosce il numero esatto degli uccisi, né si sa dove essi vennero seppelliti.


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