Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Cent'anni a Nordest il 31 agosto sarà a Ronchi...con Ronchi dei Partigiani e non solo




In collaborazione con circolo Arci Curiel, Ronchi dei Partigiani, Liberatorio d'Arte, libreria linea d'ombra di Ronchi, il 31 agosto alle ore 18 presso l'Auditorium di Ronchi (Go), piazzetta dell'Emigrante, Wu Ming 1, presenterà il libro Cent'anni a Nordest, edizione Rizzoli. (Qui evento facebook). Un libro che viene presentato a pochi passi dalla nuova piazza Francesco Giuseppe I d’Asburgo – Lorena, inaugurata, non casualmente, il 23 maggio 2015. Un libro che denuncia il ritorno di diversi "fantasmi" come quello, appunto, dell'austro-nostalgia che si oppone al nazionalismo italiano, nonostante la somiglianza che sussiste nelle reticenze, nelle cose negate, nei processi di revisionismo storico, che hanno lo scopo di presentare come oro ciò che oro non è e mai potrà esserlo. Come dimenticare, ad esempio, il massacro subito dai Serbi nella prima guerra mondiale? 750 mila serbi, ovvero un serbo su sei ovvero quasi il 22% della popolazione verrà spazzato via, la percentuale più alta tra tutti i Paesi coinvolti dalla prima guerra mondiale. Eppure Ronchi era austriaca, nullo da dire su ciò, con tutti i benefici che ha maturato, ma dedicare una piazzetta a colui che non si è opposto al massacro dei Serbi, alla pulizia etnica contro i serbi, a colui che ha determinato la prima guerra mondiale, mi pare una cosa a dir poco ingiustificabile. Si dirà che la storia è storia, certo, è vero, ma dedicare luoghi, piazze, targhe e vie significa essere riconoscenti a chi tale piazza, via ecc verrà intitolata, dedicata. Significa che la comunità è grata. Un libro che affronta diverse questioni, alcune toccano direttamente Ronchi e territorio circostante, altre la lontana, seppur nell'ignoranza immaginaria e visionaria collettiva vicina, Trento, e non solo, si accennerà a Ronchi dei...Partigiani, il cui libro è in attesa di essere pubblicato e su cui si farà anche il punto della situazione il 31 agosto.


Ognuno troverà dei suoi elementi cognitivi od impulsivi di riflessione, dalla lettura del libro di Wu Ming 1, che ha già fatto molto discutere, in un contesto ove se da un lato la cultura laica è omogenea nel proferire condanna senza se e ma alla prima guerra mondiale, demolendo con cognizione di causa ogni retorica e demagogia, dall'altro lato continuano le celebrazioni da parte non solo istituzionale ma anche da parte di quelle realtà che in base alla nostra costituzione non dovrebbero più esistere. Ronchi ha ospitato già in precedenza Wu Ming 1, oramai qui è di casa, e Cent'anni a Nord Est si armonizza pienamente con lo "spettacolo" Rifiuto la guerra, di e con Piero Purini che ha conosciuto il sui debutto proprio a Ronchi. E dall'incrocio di queste due importanti opere ho pensato, come scritto poi in un pregresso post, che "Ronchi potrebbe ben edificare il monumento dedicato ai renitenti, disertori, insubordinati, decimati e dimenticati nella grande macelleria umana che è stata la prima guerra mondiale, a coloro che hanno conosciuto le peggiori ingiustizie da parte dell'Italia nel primo conflitto mondiale".

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