Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Replica al Capogruppo di FI di Gorizia ed alle critiche che ha sollevato nei mie confronti

Forse al Capogruppo di Forza Italia di Gorizia, Fabio Gentile, in merito alla sua lettera come pubblicata sul Piccolo di Gorizia del 29 luglio, sfuggono alcune cose . Mi viene da pensare che quella lettera nasce forse perché qualcuno all'interno dell'attuale Amministrazione Comunale si è infastidito del fatto che abbia osato esprimere delle critiche in merito a quell'opera veramente assurda che è il così detto ascensore di Gorizia? Che stia esprimendo opinioni largamente diffuse ma che devono rimanere silenziate? Farebbe bene Gentile, appunto, a preoccuparsi del fatto che quel pensiero, come dal sottoscritto formulato, è molto diffuso in città. E ringrazio il Piccolo per lo spazio che pone a disposizione per determinate questioni, posizioni, critiche, opposizioni. Non ho paragonato, poi, l'ascensore di Gorizia a quello di Pizzo Calabro, che è una cittadina meravigliosa e che invito a visitare ed assaggiare alcune delle prelibatezze lì prodotte, ma ricordato che simili strutture in Italia sono state disastrose per il paesaggio e spesso finite in un nulla di fatto. Di Gorizia mi interesso perché è una città che mi sta a cuore, per diverse ragioni, che frequento attivamente, e penso che meriti rispetto ed una massima conservazione della sua architettura e fisionomia urbanistica.  Ha provato, Gentile, a spostare una critica largamente condivisa in città, sul piano meramente ideologico. Lo posso assicurare che se quell'opera fosse stata sostenuta dalla sinistra,  l'avrei criticata nello stesso modo, anche perché basta vedere tutti i miei interventi mossi contro l'amministrazione attuale di Trieste, ad esempio, contro il Governo Renzi sulla scuola, contro chi sostiene provvedimenti che reputo indegni per la civiltà giuridica e per i diritti dei lavoratori di questo Paese, come quello, ultimo, sostenuto dalla Sen. Fasiolo, sulle restrizioni del diritto di sciopero in materia di trasporti pubblici che rischia di avere effetto domino in altri comparti, per capire quale sia la mia linea di pensiero. Gentile mi dice di stare sereno? Stile renziano ben noto. Ricambio, comunque per cortesia, l'invito. Anzi, lo ringrazio, almeno Gentile non mi ha augurato del bromuro come ha fatto un tipo, firmando la petizione on line, a sostegno del mantenimento della via D'Annunzio a Ronchi, senza che poi sia stata avanzata, per ora, alcuna proposta formale per revocare quella via. 
La storia non è immutabile, è in movimento, e mettere in discussione determinati simboli, uno su tutti come l'ultra-nazionalista, guerrafondaio e che mai si è dissociato dal fascismo, quale D'Annunzio, giusto per ricordarlo, altro che eroe, specialmente ora che siamo in pieno centenario della grande macelleria umana che ha comportato la distruzione di Gorizia, è fondamentale per un cammino diverso, per una società di fratellanza, solidarietà. Così come Gorizia farebbe bene a revocare, prima del centenario del fascismo, la cittadinanza onoraria a Mussolini, e revocare alcune vie, non solo quella dedicata a Cadorna, che sarebbe il minimo, viste le condanne unanimi espresse nei suoi confronti, ma, penso, anche al terrorista Oberdan, al Duca D'Aosta, i cui metodi, come introdotti da una circolare del novembre 1916, ispireranno proprio Cadorna, giusto per citare alcuni personaggi che buona parte della storia, che si oppone alla sterile demagogia e retorica ultra-nazionalista, ha già condannato. Sulla questione del 23 maggio, vedo che nessuna parola di critica esprime il Capogruppo di Forza Italia su Casapound. Sorgono dubbi. Non è che ne condivide, ad esempio, i contenuti politici? Od il suo programma politico che espressamente prevede “ Un'Italia sociale e nazionale, secondo la visione risorgimentale, mazziniana, corridoniana, futurista, dannunziana, gentiliana, pavoliniana e mussoliniana” ? Ed, infine, ricordo a Gentile, che il tricolore con la stella rossa oltre che ad essere stata la bandiera della storica Brigata Garibaldi, è stata anche, per anni, quella della minoranza italiana in Jugoslavia, utilizzata, pare, per la prima volta proprio a Rijeka/Fiume, con l'unica differenza che non aveva la bordatura d'oro della stella e voglio ricordare anche che in quel 23 maggio in piazza vi erano alcune bandierine di carta neozelandesi, truppe alleate, così come lo sono state quelle partigiane jugoslave che hanno liberato questo territorio dal nazifascismo. E' democrazia sicuramente manifestare le proprie idee, pur con determinati limiti come sanciti dalla Costituzione, e quando ci sarà qualcosa di comunista in questa società, perché ad oggi personalmente non ci vedo proprio nulla, ne riparleremo. E non sarà comunque una transenna gettata, gesto, sempre se accaduto, totalmente isolato, che nessuno ha visto durante, prima e dopo il partecipato corteo del 23 maggio, e neanche qualche parolina figlia della rabbia per aver avuto Gorizia invasa da casapoundisti, a delegittimare quanto di importante accaduto in questo storico maggio 2015.


Questo il testo della lettera di Fabio Gentile pubblicata sul Piccolo del 29 luglio:
Perché non Ronchi dei partigiani? 
Il fiero comunista Marco Barone, di Ronchi dei Legionari, nella sua lotta a tutto ciò che è storia o decisioni di giunte di centro destra dà il meglio di se. Nella sua quotidiana lotta sopratutto a Ronchi dei Legionari andando a memoria ricordo: annullata la cittadinanza onoraria al Duce, con relativa richiesta mutuata a Gorizia di farlo pure qui; cancellare la dicitura "dei Legionari" dalla sua città e trasformarla in "dei partigiani"; cancellare la Via D'Annunzio per non ricordare l'eroe di Fiume; far cancellare -anche a Gorizia qualcuno l'ha proposto- Via Cadorna. Ora si occupa sul vostro giornale, anche dell'ascensore di Gorizia, paragonandolo a Pizzo Calabro. Ci mancava questa. Insomma, capisco il caldo e l'afa....ma Barone stia sereno e ogni tanto non pensi troppo che fa tanta fatica. Dimenticavo: anche l'ordinata ed elegante manifestazione antifascista contrapposta a quella di Casa Pound del 23 maggio scorso è frutto del suo sacco di idee. Una manifestazione meravigliosa che ha incantato tutti i goriziani con i tricolori con la centro la stella rossa, le bandiere jugoslave e le belle parole spese sotto il comune di Gorizia nei confronti del Sindaco e della Giunta, con solo un denunciato per lancio di transenne contro la Polizia. Nulla da dire ovvio, è democrazia manifestare contro tutto quello che non è comunismo, vero? Fabio Gentile



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