C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

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    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

I Comuni ottimali? Sono quelli tra i 5 mila e 10 mila abitanti parola del Ministero dell'Interno


I processi di fusione, tra i Comuni, in Italia, ad oggi sono stati un mero fallimento. Nel corso dell’anno 2014, in Italia, quelle realizzate sono pari a 26, concentrate in sei regioni (Campania, Emilia-Romagna, Lombardia, Marche, Toscana e Veneto), oltre il 65% delle quali raccolte nelle sole regioni Lombardia (con il più elevato numero di fusioni, pari a 10) e Toscana. Il numero complessivo dei comuni interessati risulta essere pari a 62 ed il contributo straordinario annuo complessivamente attribuito pari a 9,53 milioni di euro. Per quanto riguarda la Regione Friuli Venezia Giulia, fino ad oggi sono solamente 3 i nuovi Comuni nati dalla fusione di 6 Comuni preesistenti: Campolongo Tapogliano, nato il 1° gennaio 2009 dalla fusione dei Comuni di Campolongo al Torre e Tapogliano, Rivignano Teor, nato il 1° gennaio 2014 dalla fusione dei Comuni di Rivignano e Teor e Valvasone Arzene, nato il 1° gennaio 2015 dalla fusione dei Comuni di Arzene e Valvasone. Dal documento di analisi allegato alla legge regionale 26/2014 del FVG e al Piano di riordino territoriale risulta che la dimensione ottimale dei Comuni, ovvero quella in cui la spesa pro capite totale e per principali funzioni di spesa si attesta sui valori migliori, è quella dei Comuni con popolazione tra i 5.001 e i 10.000 abitanti. Tale dato corrisponde a quello elaborato dal Ministero dell’interno con il documento elaborato dalla Direzione centrale della Finanza locale, “Fusioni: quali vantaggi? Risparmi teorici derivanti da un’ipotesi di accorpamento dei comuni di minore dimensione demografica”, febbraio 2015, pagine da 14 a 20. Nel 1967, Ronchi, ha celebrato la ricorrenza del suo millenario storico, nel 2012 il centenario di quando venne elevato a rango di Borgata sotto, il rimpianto da molti, Impero Austro Ungarico, nel 2016 probabilmente si svolgerà il referendum che dovrà determinare la fine od il mantenimento del Comune di Ronchi. E' anche il Ministero dell'Interno che ci dice che il nostro Comune, vista la sua dimensione media, è quello ottimale, una ragione in più per non gettarsi la canonica zappa sui piedi e farci del male da soli. L'attuale Amministrazione Comunale di Ronchi farà di tutto per salvare, quella che io chiamo, la libera esistenza del Comune di Ronchi? Se non cambierà rotta, penso proprio di sì. Ma sarà necessaria una collaborazione con le più diverse forze, soggettività, individualità del nostro territorio, che abbiano in comune determinati  basilari valori e principi, per creare un fronte unitario del no, per difendere e salvare il Comune di Ronchi e mantenere ferma l'assoluta contrarietà a questo tipo di fusione con Monfalcone e Staranzano che non ha alcun senso, alcuna logicità ed utilità per Ronchi, per la Sinistra Isonzo che subirà un grave processo di frammentazione più che di unione, trasformando Ronchi e Staranzano in semplici periferie con un grave squilibrio della rappresentanza democratica che 
danneggerà Ronchi e Staranzano. 

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