C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

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    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

FVG-L'assessore regionale all'istruzione: "La teoria Gender è inesistente" e sì al contrasto dell'omofobia nelle scuole


Parole chiare, che non lasciano spazi a dubbi, sono quelle espresse dall'assessore regionale del FVG all'Istruzione Loredana Panariti, intervenendo in merito al progetto di prevenzione e contrasto al fenomeno del bullismo omofobico, nato con l'obiettivo di diffondere valori e pratiche educative per prevenire e contrastare i pregiudizi e le discriminazioni verso le persone omosessuali. Un progetto che a detta dell'assessore “può essere definito un modello positivo sia per la efficace collaborazione tra soggetti che ha innescato, sia per gli importanti risultati ottenuti". "Dispiace che un progetto così importante - osserva ancora l'assessore - sia stato strumentalmente inserito nella polemica che riguarda l'inesistente teoria gender: i riferimenti che leggo a mezzo stampa agitano spauracchi (per inciso di dubbia rilevanza scientifica) che non hanno alcun contatto con il progetto che abbiamo condiviso" "Disturba forse - continua l'assessore Panariti - il fatto che a scuola si discuta di discriminazione nei confronti degli omosessuali e si promuovano occasioni di crescita personale e culturale caratterizzate da buone relazioni, amicizia e non violenza? Il bullismo e le discriminazioni, come è stato dimostrato, non danneggiano e offendono profondamente soltanto chi li subisce, ma danneggiano pure chi li pratica. Il rischio dispersione non riguarda solo le vittime: l'incapacità di rispettare le regole e le difficoltà relazionali che 'i bulli e le bulle' dimostrano, possono incidere negativamente anche sul rendimento scolastico e, nel lungo periodo, su altri importanti aspetti della socialità". "Ricordo - conclude l'assessore Loredana Panariti - che dei più importanti elementi che la ricerca mette in evidenza, insieme all'importanza del linguaggio, è quello del ruolo degli insegnanti. La loro presenza, la loro attenzione, la loro capacità di intervento e confronto è considerata da tutti fondamentale sia per circoscrivere il fenomeno, sia per superarlo. Ringrazio, pertanto, tutti quei dirigenti e quegli insegnanti che, partecipando al progetto, hanno condiviso la comune sfida di contrasto al bullismo omofobico promuovendo una scuola che educa alla libertà, alla responsabilità e al rispetto"  Di norma sono molto critico nei confronti di questa amministrazione Regionale, penso per esempio al provvedimento che stravolge la geografia politica del FVG ed ammazza i piccoli Comuni, però su questo aspetto ho poco da dire, almeno per le parole come ora espresse dall'assessore.  Parole che dovrebbero essere la normalità, e che invece costituiscono una notizia e su ciò vi è molto su cui ancora riflettere. E' noto che il FVG è particolarmente attento, come Regione, alla questione che riguarda il contrasto all'omofobia, importante è il lavoro svolto dall'arcigay locale in primo luogo ed anche ultimamente dall'USR del FVG. Su questo campo il FVG potrà certamente fare scuola, soprattutto a scuola per una società libera da pregiudizi,discriminazioni che non dovrebbero esistere, e che invece sono all'ordine del giorno.

Marco Barone

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