Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Sguardi da Vienna



Se ti rechi nella Imperiale Vienna, dopo aver girovagato per il diamante del Danubio, Budapest, e la regina della Senna, Parigi, non vivrai alcun senso di meraviglia, perché ti sembrerà una religiosa emulazione di Parigi e Budapest. Vienna comunque è una città fortemente europea, dai costi inaccessibili per il ceto medio italiano e non solo italiano, con un vivo underground, che cerca di farsi con forza spazio tra i diversi grattacieli che riflettono i colori di una città che lotta tra la meticolosa conservazione del suo glorioso passato, ed il suo divenire centro vitale della nuova borghesia e del ricco capitalismo che deve incidere anche negli spazi, nei luoghi, per essere riconoscibile, per sancire la benedizione della omologazione nel nome del suo artificiale ordine supremo. Verde primeggiante, pulizia meticolosa, quasi maniacale, viennesi ospitali e disponibili, tante contraddizioni sociali, tipiche di questa epoca disastrosa, ai piedi di una delle principali chiese della città sulla cui facciata regna un mega cartello pubblicitario della coca cola, vedrai la notte ed alle prime luci del giorno la povertà essere visibile, chi dormire sul cartone, chi sul prato, e poi il tutto lasciar spazio ad una semplice sedia a sdraio, sole e solitudine. Scena tipica di una tipica città metropolitana.  Città ove esiste una viva e visibile forma di ribellione, di opposizione all'esistente, senso di comunità e vitalità. Insomma Vienna è per alcuni aspetti una cartolina vivente, alla ricerca dell'estrema perfezione, dall'altro lato è una città viva,vitale, globale. Qui, ora, alcuni sguardi da Vienna.

































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