Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Nel giugno del'45 nascevano su impulso del CLN i sindacati scuola, dopo 70 anni continua la lotta per la scuola pubblica

Storico è l'annuncio di Sandro Pertini nel 25 aprile del 1945 «Cittadini, lavoratori! Sciopero generale contro l'occupazione tedesca, contro la guerra fascista, per la salvezza delle nostre terre, delle nostre case, delle nostre officine. Come a Genova e a Torino, ponete i tedeschi di fronte al dilemma: arrendersi o perire.»  Così come storico sarà l'annuncio, in quel giorno del Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia, “oggi 25 aprile, in nome del popolo e dei volontari della libertà e delegato del solo governo legale italiano, ha assunto i poteri di governo”.
Liberazione dall'occupazione nazifascista, che in realtà ebbe inizio ben prima del 25 aprile e che in alcune località, come Trieste o Gorizia, avverrà il primo maggio del 1945. Libertà, antifascismo, solidarietà, unità. E nasceranno su iniziativa ed impulso del CLN anche i primi sindacati liberi della scuola. Scuola che inizierà l'avvio di un processo di de-fascistizzazione, anche se a dirla tutta ancora oggi alcuni elementi sono ancora presenti, come la circolare sul crocifisso, ad esempio, per alcuni ordini di scuola, atto di benevolenza del fascismo verso la Chiesa, simbolo dell'inizio della conciliazione tra fascismo e Chiesa. Il 25 giugno del 1945 si formerà a Genova uno dei primi sindacati, post fascisti, della scuola, oltre 1000 maestri genovesi aderiranno con determinazione. 
E paradosso vuole che 70 anni dopo, la scuola, il 25 giugno del 2015 vivrà la sua peggiore fase storica, quella che ne sancisce la morte, in nome dell'aziendalizzazione, competizione, delle competenze, della scuola lavoro, dell'autoimprenditorialità, del classismo, delle diseguaglianze. 
Quella scuola che non risponde ai valori costituzionali della nostra Carta nata dall'antifascismo, una scuola autoritaria e decisionista, sistema ripudiato dall'antifascismo prima e dai movimenti del '68 dopo. Questo 25 giugno i sindacati della scuola in via unitaria continueranno la lotta, per la scuola pubblica, camminando insieme con la comunità scolastica, 70 anni dopo la caduta del fascismo la lotta per la scuola pubblica continua. 70 anni dopo il mondo della scuola si trova a dover contrastare un sistema autoritario pseudoriformista e sinistro che mina il bene comune costituzionale più importante della nostra società e civiltà, la scuola pubblica. 

Marco Barone 
nota: fonte foto estratto dell'Unità del 25 giugno 1945

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