C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

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    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

Breve nota dopo il disastro del ‪ 25 giugno‬ per la ‪ scuola‬ pubblica



Immagino il sentimento e lo stato d'animo di molti, anzi dei tanti che in questi mesi hanno lottato, con più scioperi, con più iniziative, per la scuola della Costituzione. Oggi, questa scuola, teoricamente, non esiste più. Non eravamo in tale drammatico 25 giugno in molti per le strade, perché? A parte qualche località, non mi pare di aver visto ondate oceaniche. Sarà stato lo sconforto? Il senso di sfiducia? Il tanto oramai non vi è più nulla da fare? In un mese abbiamo già perso tutto lo slancio del maggio nostrano? La lotta per la difesa per la scuola pubblica è una cosa seria, è lunga, molto lunga, e nei momenti cruciali deve vedere la massima partecipazione. Alcune realtà anche sindacali hanno abbandonato il terreno di lotta, hanno fatto poco o nulla, perché? Cosa è cambiato da maggio ad oggi? Un fico secco marcio, se non che questa non riforma, ma riscrittura ex novo della scuola è passata al Senato. Certo, non è passata liscia, questo è vero, e ciò brucia all'arroganza dei governanti, però è passata. Si è sicuramente maturata la piena consapevolezza di quanto cattivo sia questo PD, ora non più semplice avversario politico, ma nemico politico ed andrà contrastato, democraticamente, in ogni sede e luogo. Sicuramente perderà ancora una marea di voti, così come i deputati ed anche senatori( che tanto non verranno più eletti ma scelti dall'alto) che hanno votato tale violenza anticostituzionale. Però oggi per l'Italia eravamo pochi. Angoscia, incazzatura, sconforto, e silenzio. Ci vogliono azzittire. E forse come atto di protesta in questi giorni il silenzio nei collegi docenti che verranno potrà essere anche attuato. Così come si potrà valutare di condurre istanze nelle Prefetture di tutte le città, come abbiamo fatto in questo 25 giugno a Trieste affinché ogni Prefetto dica "guardi sig. Presidente che i lavoratori della scuola non la vogliono questa riforma, è una riforma contro i lavoratori della scuola, contro la scuola della Costituzione, viola la Costituzione, non la firmi". Parole magari gettate al vento dell'illusione, ma pur sempre un gesto che non lascerà indifferenti. Ecco, non rimanere indifferenti, non vivere lo sconforto, e neanche la rassegnazione. Non è ancora finita. Vi sono passaggi importati, come quello della Camera e poi la firma del Presidente della Repubblica e chissà che proprio lui non la blocchi, ma chi ci crede realmente? Abbiamo tempo, ma neanche tanto, per avviare referendum abrogativo, per esempio, via che andrà intrapresa, così come andranno intraprese altre vie, da quelle legalitarie a quelle di lotta ed ostruzionismo quotidiano. Non si deve più collaborare con i Dirigenti scolastici, ad esempio. Vivere ogni giorno in stato di conflitto. D'altronde non siamo stati noi a dichiarare "guerra" ma loro. Insomma, anche se questo 25 giugno è stato triste per la nostra scuola, non abbiamo scelta, o subire la scuola azienda o semplicemente resistere per la scuola della Costituzione. All'universo della scuola la scelta, io so da che parte stare e sono certo che lo sapete anche voi.

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