La commissione di Garanzia e Sciopero con un
comunicato a dir poco fazioso, ha evidenziato, in merito allo sciopero degli scrutini quanto ora segue: (...)”Noi faremo la nostra parte, assicurando il rispetto rigoroso della legge sul diritto di sciopero a tutela degli utenti. Al riguardo, spero davvero che il ricorso allo strumento della precettazione resti solo un opzione teorica, perché, in caso di blocco degli scrutini, sarebbe la via obbligata e doverosa per evitare la paralisi dei cicli conclusivi dei percorsi scolastici (esami di terza media, maturità, abilitazioni professionali)”. E questa pare essere la posizione anche di alcuni così detti esperti in materia.
Mi piacerebbe capire cosa è cambiato, per la Commissione, e per alcuni "esperti", oggi, 2015, rispetto al 2011, rilevato che la normativa è sempre la stessa. Il 10 e 11 giugno 2011 veniva proclamato ed effettuato lo sciopero degli scrutini che interessava tutti i lavoratori e le lavoratrici della scuola durante lo svolgimento degli scrutini con un calendario differenziato a livello regionale a causa dei diversi tempi di conclusione dell’anno scolastico. Praticamente come dovrebbe accadere, anzi come accadrà, ora, in questo 2015 con tale cadenza temporale: l'8 e 9 giugno in Emilia-Romagna e Molise; il 9 e 10 in Lazio e Lombardia; il 10 e l'11 in Puglia, Sicilia e Trentino; l'11 e 12 in Liguria, Marche, Sardegna, Toscana, Umbria, Campania e Veneto; il 12 e 13 in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Friuli Venezia Giulia, Piemonte e Val d'Aosta; il 17 e 18 giugno, infine, in Alto Adige. Lo sciopero era conforme alla Legge del 12 giugno 1990, n. 146, che regola l'esercizio del diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali, legge che non impedisce ai lavoratori di scioperare durante gli scrutini. Ora, mi si può spiegare cosa sarebbe mutato, per la Commissione di Garanzia, rispetto al 2011? Capisco che in Italia abbiamo la memoria corta, ma non pensavo, sinceramente, così corta. O forse vi è qualcosa di diverso? Prendono una posizione di parte, cosa che sarebbe inaccettabile e gravissima, volta a neutralizzare un diritto legittimo e legale per migliaia di lavoratori e lavoratrici che vogliono difendere la scuola pubblica contro la scuola azienda renziana?
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