L'aspetto più significativo del corteo del #23maggio organizzato dall'Osservatorio antifascista regionale del FVG, è stato l'abbraccio tra italiani e sloveni, in un corteo partito, non casualmente, dal luogo ove è avvenuta la battaglia partigiana del settembre del '43 di Gorizia.
E' nell'antifascismo che italiani e sloveni hanno ritrovato la solidarietà, la fratellanza, quella condivisione e laica comunione che il fascismo, già con l'avvento del nazionalismo reazionario, ha semplicemente annientato. Ma l'altro aspetto importante è stata la significativa partecipazione attiva di tanti goriziani e tante goriziane. Vi è stata una risposta per nulla scontata per una città come Gorizia, non abituata a certe situazioni, per un corteo, come da previsione, pacifico, determinato e fortemente comunicativo. E così è stato. Tanti i messaggi contro la macelleria umana, come voglio definirla, la #grandeguerra, in piazza Vittoria si è cantata "o Gorizia tu sei maledetta", e davanti al Comune della città, parzialmente blindata, si è ricordato che a Gorizia ancora la cittadinanza onoraria a Mussolini non è stata revocata e che dovrà seguire l'esempio di Ronchi, in tal senso e direzione. Un migliaio di antifascisti/e antimilitaristi/e contro Casapound, che, da quello che a noi risulta, non erano più di mille, dunque un numero di gran lunga inferiore e ben lontano rispetto a quello più volte annunciato di 2/3000 casapoundisti. La pioggia non ci ha fermato, ed ha accompagnato parte del corteo, in questo giorno di lutto per l'Italia, altro che celebrazione od esaltazione, Oltre 650 mila soldati italiani caduti, circa 650 mila furono quelli dell'esercito austro-ungarico sul fronte italiano, combattendo contro gli italiani, per non parlare dei morti civili in Italia oltre 500 mila per gli effetti della guerra, oltre un milione i feriti e 700 mila invalidi. Una strage che ha annientato in colpo solo secoli di convivenza tra diversi popoli.
Il tuo vicino di casa, ora, era il tuo nemico.
Perché così è stato deciso tra acclamazioni, urla, esaltazioni, nelle stanze della Roma imperiale, seguace di quel risorgimento sanguinario male e cancro di questo Paese, perché da quel momento nulla sarà come prima.Strappati dalle loro terre, dalle braccia delle loro madri, mogli, famiglie. Non volevano essere eroi. Non volevano la guerra. Ma combatterono una guerra e divennero eroi senza averlo mai chiesto e voluto. Chi osava la fuga, veniva fucilato, punito, recluso. La terra vi è sempre stata, l'uomo, invece, no. Cent'anni fa l'Italia condanno a morte milioni di persone, italiani che persero la vita per l'Italia, austriaci ed ungheresi che persero la vita per colpa delle armi italiane, crimine contro l'umanità che aprirà le porte ad altri crimini, a quel cancro che ancora oggi non è stato pienamente estirpato, il fascismo. Ed oggi Gorizia ha fatto sentire la sua voce contro ogni tipo di fascismo.
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