C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

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    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

Ronchi dal millenario storico, al rischio estinzione del Comune

Nel 1967, Ronchi, ha celebrato la ricorrenza del suo millenario storico, nel 2012 il centenario di quando venne elevato a rango di Borgata sotto, il rimpianto da molti, Impero Austro Ungarico. 
Autonomia, democrazia, partecipazione e centro d'imputazione giuridica e sociale fondamentale per la sua comunità. Vi è stata anche l'epoca in cui Ronchi era più grande di Monfalcone. Ma le cose sono destinate a mutare, a mutare in modo non positivo per Ronchi. Il ben servito ovviamente viene dato dalla legge regionale del FVG che vuole riformare gli Enti Locali, chi non aderisce all'Unione, rischia il taglio del 30% dei fondi, che se aggiunti a quelli costanti come attuati dalla Regione,oltre al patto di stabilità, evidenziano la brutalità di un sistema che vuole uccidere l'autonomia dei piccoli Comuni, storia e vita di questa Regione ma anche d'Italia. Dall'altro, sull'onda sempre di quella legge, che incentiva ovviamente anche le fusioni, oltre che al ritorno del podestà del terzo millennio, ecco partire la procedura per il referendum che vorrebbe la città di Monfalcone, Ronchi e Staranzano, da un lato, dall'altro resta ancora viva quella più grande del mandamento. Ora, è più che evidente, che Ronchi, così come gli altri comuni che ruotano intorno a Monfalcone, diventeranno la periferia di Monfalcone, perdendo la loro totale autonomia, la loro ragione d'essere e di esistere, con tutti i riflessi devastanti per i servizi sociali, le specificità cittadine, le attenzioni e le sensibilità che solo un Comune, in quanto tale, può tutelare, riconoscere e difendere e non certamente una città fittizia, perché di questo trattasi, quale quella Comune. Per non parlare poi della questione, delicata ed importante, che riguarda i dipendenti comunali.

E' anche vero che a questo si è voluti arrivare tagliando le risorse ai piccoli Comuni, si è voluta colpire la specificità di questo Paese, una specificità che è in grado di opporre resistenze e grandi espressioni di democrazia, da un lato, una specificità che è in grado di offrire importanti servizi per i suoi cittadini. 
A Ronchi vige un grande rabbia per quello che accade, per come deciso, e proposto. Certo, è anche vero, per quanto riguarda la questione della città comune, che cadrebbe la denominazione dei legionari, di questo non posso che esserne felice essendo anche uno dei promotori contro "dei legionari", però penso che vittoria si potrà gridare da questo punto di vista quando saranno i suoi cittadini, a dire no a dei legionari, tramite un processo di consapevolezza, di maturazione storica e politica, e non per la via di scorciatoie burocratiche, legittime, ma che comportano l'estinzione del Comune di Ronchi, cosa a parer mio inaccettabile.
Certo, idealmente sarebbe bello avere una città Comune, che magari possa ricordare la Comune di Parigi, ma questa oggi è utopia, specialmente in Italia ed in pieno capitalismo. In Italia siamo ben consapevoli di come funzionano le cose e l'accentramento è il peggio del peggio, un peggio che darà un ruolo marginale e di estrema periferia a realtà che ora rivestono un ruolo importante specialmente per quei cittadini che hanno scelto di vivere a Ronchi proprio perché è un piccolo Comune.Ci sono tanti modi per far sentire la propria voce, unirsi in via associativa in determinati momenti, tramite convenzioni, battere i pugni insieme contro i grandi quando necessario, ma senza facilitare la morte dell'autonomia del Comune, bene costituzionale da difendere con le unghie, così come con le unghie andrà difesa la libera esistenza del Comune di Ronchi.

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